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Risposte per il messaggio:
Nel canto meglio l'appoggio del fiato in «dentro» o in «fuori» ?

 

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  • Autore: Alida, 16/09/2008

  • Cari colleghi (ahahah... beh, quando crescerò, sarete miei colleghi, se diverrò, come spero, cantante) e compagni di avventure, un quesito non proprio tecnico, ma piuttosto di esperienza: secondo voi è meglio l'appoggio verso il "dentro" (la muscolatura diaframmatica accompagna il fiato con un movimento che va da espansa in fuori verso l'interno fino a che il fiato non finisce) o l'appoggio verso il "fuori" (più la nota è alta, più il diaframma si espande)? Quali sono i problemi tecnici riscontrati? Perchè avete scelto l'uno piuttosto che l'altro?
  • Autore: mauro, 29/09/2008

  • Carissima Alida, in queste poche righe spero di poter esere d'aiuto alle tue perplessità. Per quello che riguarda il "modo di respirare" nel canto ci sono state e ci sono tutt'ora varie "teorie". Io credo, comunque, che il metodo antico sia sempre il migliore: il sostegno (detto in modo molto veloce: nell'inspirazione estroflettere l'addome e nell'espirazione retrarre l'addome verso l'interno e verso l'alto). Il così detto appoggio (in gergo: affondo) a mio avviso è deleterio per la voce: - appesantisce la voce rendendo difficoltoso il virtuosismo e la dinamica sfumata. - Ingrossa i centri rendendo così difficoltoso l'acuto. - riduce la possibilità di un buon legato. È vero che grandi cantanti hanno usato l'affondo (il grande Mario del Monaco e credo anche il mitico Corelli) io lascerei questo metodo agli altri. Invece il sostegno unitamente ad un perfetto immascheramento, a mio avviso, è il modo migliore per ben cantare e mantenere la voce in salute; da la possibilità di: - fare attacchi morbidi - avere un vistuosismo fluido, granitico, - trillare su tutte le altezze, - legare sempre, - eseguire i picchettati etc, etc. ...- e soprattutto, come si dice in gergo: far girare la voce o passare di registro. Il grande Aspinal al sostegno, nell'inspirazione faceva innalzare la gabbia toracica e "sostenere il petto" come ci dice il Carcia (credo ottima cosa ma difficile da effettuare). Io ti consiglierei due libri, sempre a mio avviso molto utili: - IL CANTO di Rodolfo Celletti (se ancora si trova!), - varie pubblicazioni del Dr. Franco Fussi. Comunque, fatti coraggio, imparare a ben respirare è cosa ardua. A presto Mauro
  • Autore: Alida, 29/09/2008

  • Caro Mauro, la respirazione grazie a Dio funziona, e anche io seguo la scuola del sostegno (anche se poi l'appoggio c'è sempre, se c'è solo il sostegno la voce diventa crescente e il vibrato... caprino). Cioè appoggio e sostegno, ma l'espirazione verso l'interno. Volevo sapere invece da persone che usano magari l'altra tecnica che cosa riesce loro più facile e in cosa hanno difficoltà; e magari sentire anche la testimonianza di chi usa la mia stessa tecnica ed ha difficoltà, e magari l'ha cambiata con la nuova. D'altronde se esistono due scuole di pensiero, un motivo ci sarà... Volevo avere una panoramica completa; vedo che comunque siamo d'accordo.
  • Autore: luca, 30/10/2008

  • Anche io sono d'accordo con Mauro. Il mio insegnante mi ripete spesso che il metodo del sostegno, anche se i termini sono facilmente fraintendibili, è semplicemente il più naturale. Ce ne possiamo accorgere anche in questo modo: se proviamo ad espirare tutta, dico tutta, l'aria presente nei polmoni, ad un certo punto, quando sta per finire, constatiamo che c'è proprio questo "addentrarsi" dell'addome. E poi la differenza di certi acuti emessi con questa tecnica, con acuti emessi dall'altra è notevole. C'è più fluidità e si percepisce proprio il sostegno dell'emissione, il formarsi della colonna d'aria, ecc. Non so se sono riuscito ad esprimermi bene...
  • Autore: maryo, 03/11/2008

  • Io sto leggendo "La grana della voce" di Rodolfo Celletti, forse l'ultimo suo libro. Credo sia facilmente reperibile nelle librerie dove vi sia una buona sezione dedicata alla musica, io l'ho comprato 2 giorni fa per puro caso. E' bello e divertente...
  • Autore: akenaton, 31/03/2009

  • Il problema però secondo me è anche questo: la presa di fiato deve essere effettuata sempre in modo che non interferisca assolutamente con l'apnea e la chiusura "spontanea" delle corde prima dell'attacco, altrimenti le corde hanno sotto troppa pressione, e il suono non si appoggia sul fiato! (di qui l'espressione "cantare sul fiato") - in pratica bisognerebbe immaginare di NON prendere fiato, per un vocalizzo non è che ce ne voglia molto ad esempio, anzi per l'acuto ne deve essere impiegato pochissimo... tutte le teorie intorno alla pancia in dentro o in fuori sono osservazioni dall'esterno di chi non cantava (Celletti), mentre la sensazione di appoggio per chi canta è una e una sola, ed è nettissima (ed è anche difficile da spiegare) ma sono sicurissimo che coincide con questa sensazione: massimo rilassamento fisico, visceri compresi (soprattutto). Solo il diaframma lavora. E' facile da fare ma difficile da raggiungere,ed è una cosa che prima deve essere "capita", secondo me.
  • Autore: akenaton, 14/04/2009

  • Mi sono reso conto di non aver risposto alla prima domanda di tutta la catena: l'appoggio del fiato è decisamente "in dentro". Proprio non capisco come si faccia a spingere le costole in fuori mentre si canta e peggio ancora mentre si sale! Se però qualcuno mi obiettasse che la parte alta dello stomaco (e solo quella) sporge in fuori mentre le costole si schiacchiano lateralmente, beh allora potrei dire che è una compressione da sotto e di lato dei polmoni che comporta sia un "in dentro" che "un infuori" contemporaneamente!
  • Autore: mario, 16/04/2009

  • Per quel che riguarda la mia esperieza, la respirazione deve essere la più spontanea e rilassata possibile. Bassa, che coinvolge l'addome e la parte bassa del torace, ma senza irrigidire la parte alta. Per quanto riguarda le forze in gioco durante l'emissione del suono vi sono poi, il diaframma che va tenuto in morbida tenzione per impedire un cedimento improvviso verso l'alto (essendo quella verso l'alto la posizione di riposo del diaframma) e i muscoli addominali che morbidamento premono verso l'interno ed indirettamente il diaframma verso l'alto. Infine da sopra, morbidamente si oppone l'apparato fonatoria della laringe. Quest'ultimo meccanismo, anche se molti preferiscono non affrontarlo per evitare irrigidimenti psicologici (cantare a gola morta, dimenticarsi della gola) è fondamentale per l'emissione corretta del suono.
  • Autore: Akenaton, 21/04/2009

  • Concordo: più che i meccanismi interni muscolari e diaframmatici, è il tipo di suono e di sensazione fisica del corpo (soprattutto a livello della gola esente da sforzo o meglio da impegno muscolare) che deve guidare, nella ricerca prima dell'appoggio, quindi del sostegno. In pratica: l'appoggio è una posizione particolare della gola, delle corde e del palato, dalla quale il suono esce sostenuto SOLO DAL FIATO. E' una posizione facile e rilassata nella gola, però mirata all'uscita del suono, quindi impegnativa a livello di visceri, altrimenti il suono rimane rimane in gola! Ecco che interviene il sostegno, la parte più "dinamica", e cioè il lavoro quasi istintivo di una serie di muscoli medi e bassi della zona sottocostale che tiene il fiato alto, fa alzare il palato e mette il suono subito nelle risonanze giuste. Sembra complesso nel dscriverlo, ma poi è una cosa molto più semplice e naturale (ed ecco che il sostegno può essere solo "in dentro" e "in alto"): come chiamare qualcuno lontano, a voce alta, senza farsi del male, senza forzare il suono.
  • Autore: Yuri, 21/11/2009

  • In dentro, in fuori, appoggio, sostegno... Ragazzi, in Italia stiamo proprio messi male se nessuno riesce a chiarirci le idee!!! ;) Auguri a tutti, ce n'è un grande bisogno!
  • Autore: gabriele, 26/11/2009

  • Concordo pienamente con Mario, ma devo anche dire che, a mio modesto parere, le tecniche di canto vanno provate tutte e due. Non tutti vanno bene per l'affondo e viceversa, forse, su cosa va bene per noi, ce lo potrebbe dire un foniatra (per me e' stato così). Personalmente mi trovo bene con la tecnica dell'affondo (seppur non così estremo da ingolarmi i suoni, grazie a Dio.) Nel mio caso, proveniendo dal registro di tenore (erroneo) al mio naturale e fisiologico registro di baritono, l'affondo mi ha aiutato a ritrovare e riscoprire (grazie anche agli imput della foniatra, e non solo della mia insegnante) la mia vocalità naturale.
  • Autore: mauro, 27/11/2009

  • Vorrei rispondere ad Akenaton. Per quello che concerne il Dr. Rodolfo Celletti circa la respirazione: posso permettermi di dire ciò che il Soprano Raina Kabaivanska ha sempre detto e scritto pubblicamente, e cioè che lei deve ringraziare, per la sua carriera, Rodolfo Celletti per averle fatto imparare la giusta respirazione, e la Sig.ra Kabaivaska è una delle maggiori cantanti del '900 e la respirazione il suo punto forte. Potrei fare tantissimi nomi di grandi cantanti, ancora in gran carriera, che hanno avuto innumerevoli lezioni tecniche da Celletti, ma non importa, in quanto si conoscono tutti. Poi per insegnare a ben respirare nel canto non importa cantare, difatti la foniatria nella sua branca artistica ha approfondito in modo estremo la respirazione e tanti ottimi foniatri e/o ortofonisti sono perfettamente in grado di insegnarla senza essere cantanti. Mauro
  • Autore: akenaton, 01/12/2009

  • Forse mi sono espresso male o non sono stato capito, in ogni modo so bene che molte cantanti devono molto a Celletti, perché lui conosceva bene il buon suono della scuola antica e ne ha trasmesso il culto a chi, o giovane o straniera, poteva avere problemi a conoscerlo. Secondo il mio modestissimo parere, tuttavia, è inutile concentrarsi sulle dinamiche respiratorie interne se poi il suono che esce è: ingolato, parziale, fuori maschera, pesante, indietro, non risonante, di bassa posizione. Quando avrete un suono che NON è tutte le cose appene dette, vedrete che la respirazione è perfetta. A buon intenditore...
  • Autore: alberto, 25/01/2011

  • Scusate: se un cantante pensa di appoggiare in dentro si sbaglia di grosso!!
  • Autore: akenaton, 06/03/2011

  • Ho riflettuto ancora sull'appoggio. L'"appoggio" tecnicamente inteso è un modo di cantare che non può essere definito né in fuori né in dentro. E' tenere il suono sempre appoggiato sul fiato, in modo che risuoni giustamente ed acquisti la massima sonorità senza sforzo, e in modo che cambiando nota non vari mai questa posizione sul fiato. Così canta chi "appoggia". Se poi vogliamo parlare della sensazione che si ha a livello di respirazione quando si canta "appoggiati", beh sì, effettivamente è in fuori, soprattutto all'inizio, nel senso che la presa di fiato COMPLETA dilata le costole, e non alza le spalle. Non direi che debba andare molto in fuori la pancia perché altrimenti non si espande bene il diaframma, che invece è in corrispondenza delle costole inferiori. Continuando a cantare, OVVIAMENTE le costole si stringono in dentro, anche se continuando ad appoggiare SEMBRA di mandarle ancora in fuori. Che ne pensate?
  • Autore: mario, 17/08/2011

  • Purtroppo le sensazioni personali non sempre coincidono con quello che succede nel corpo quando cantiamo o parliamo, perche ci sono vizi antichi che interferiscono, pero' basta pensare ad un neonato quando piange produce un suono fortissimo, se toccate il suo addome é teso né in fuori né in dentro, questo significa che abbiamo tutti naturalmente questa capacità, poi ci sono i traumi, le vicende passate che ci condizionano, oltre alle stupidaggini di supponenti maestri o cantanti famosi, io ho avuto la fortuna di trovare un maestro vero di quelli che sanno risolvere i problemi.
  • Autore: Maupetrucci, 14/12/2011

  • Salve . volevo parlarvi di una certa cosa su questo argomento. Ieri vado ad un'audizione di canto, dove il professore si sofferma ad osservare la mia respirazione. Mi fa notare che ho una buona respirazione diaframamtica addominale, ma non ho una respirazione in base alla costola diaframmatica. Io gli ho spiegato il perchè (avevo frequentato un insegnante un po' strana) dopo di che lui mi dice, che la respirazione fatta sulla costola diaframmatica è molto piu importante di quella addominale, perche è quella che permette al fiato di appoggiarsi, e far uscire un buon suono fluido. "Se non studi la respirazione della costola diaframmatica non potrai mai fare gli acuti". Al riguardo però a lezione dal mio maestro quotidiano sono salito con il lip trill fino a si3. Cosa dovrei pensare? Grazie
  • Autore: mario, 16/12/2011

  • Egregio Maupetrucci cosa significa si3? Grazie
 

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