Risposte esperto tecnica vocale canto lirico: appoggio e sostegno del fiato, ricerca della maschera, abbassamento della laringe, apertura della gola, innalzamento del palato, gestione del fraseggio

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La tecnica vocale di canto lirico

Il nostro esperto darà risposte in merito alla tecnica vocale finalizzata ad acquisire un'impostazione che consenta di cantare il repertorio lirico.
Per tecnica vocale si deve intendere l'insieme di procedimenti intenzionali posti in atto al fine di realizzare un determinato risultato vocale.
Gli elementi fondamentali per uno studio tecnico della voce sono molteplici.
Le domande e le risposte di questa sezione verteranno principalmente sugli accorgimenti e gli esercizi tecnici sull'impostazione del timbro e del colore per migliorare la qualità della voce, sull'emissione corretta, sull'estensione, sulla resistenza, sulla morbidezza, sulla linea di canto, sulla potenza…

 

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  • 10/06 - Piero
    Gentile redazione di Liricamente: avendo trovato per caso il vostro sito, mi ritengo fortunato di poter avere delucidazioni sulla tecnica del canto, studio che affronto ormai da due anni con scarso successo. La mia insegnante (ometto per discrezione il nome) ad ogni domanda mi risponde con "Eh, ci vuol tempo, caro...col tempo...." così io provo e riprovo a cambiar strada e mi ritrovo sempre daccapo. Il mio problema è che la voce è sempre stridula (pare che sia tenore) e non ci sono vibrazioni e quando forzo un pò di più, risulta un grido sgradevole. Cosa mi consigliate?
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Gentile Piero, purtroppo questo è un problema che assilla molti, moltissimi, si potrebbe dire quasi tutti i giovani studenti di canto. Il problema sta nel riuscire a trovare la strada giusta... e non è semplice, soprattutto, se a quanto mi sembra di capire non hai molta fiducia nell'insegnante che ti sta seguendo. La tua insegnante non sbaglia dicendoti che "ci vuole tempo", perchè effettivamente il canto è un'umile disciplina che va praticata giorno per giorno, anno dopo anno... Posso solo dirti, per esperienza, che risolverai sicuramente i tuoi problemi quando riuscirai a trovare un giusto equilibrio tra emissione del fiato (appoggio.... non spinta!!!) e punto di focalizzazione della voce... Si tratta proprio di micro equilibri. Per quanto riguarda la respirazione ti consiglio di leggere alcuni trattati (potrei nominartene alcuni sulla mail privata che ti invierò) e poi di fare tanti, tanti esercizi per imparare a dosare il fiato. Per quanto riguarda la posizione del suono ricordati che deve risuonare e amplificarsi nella maschera, quindi devi trovare un punto dietro il naso dove ti sembra che il suono possa espandersi.... In bocca al lupo e buon lavoro!!!! Mae

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  • 10/06 - Romilda
    Credo di avere una voce gradevole ma molto esile. Cosa devo fare per renderla più sonora?
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Cara Romilda, non so quanti anni tu abbia, ma ipotizzo tu sia giovane. Innanzittutto non devi forzare la natura e lasciare che essa faccia il suo corso: con la maturità fisica si raggiunge anche una maturià vocale. Bisogna, però, assecondare la natura concentrando il suono ben immascherato attraverso l'appoggio del fiato. L'appoggio (mi raccomando, non la spinta!!!) del fiato è l'unico vero segreto per guidare la tua voce in maschera, in modo che possa acquisire tutti gli armonici di cui la natura ti ha dotato per rendere più sonora la tua voce. Buono studio. Mae

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  • 06/09 - Riccardo
    Salve, mi chiamo Riccardo e da diversi anni, con disomogeneità, studio canto lirico. Ho una voce che si può definire grossa e poco agile, sono un tenore drammatico. Ho cambiato diversi maestri nella mia lunga carriera di studente. Negli ultimi due anni ho avuto maestri pianisti, nel senso non cantanti lirici e quindi che non avevano sperimentato su di loro la teoria che mi propinavano. Dal primo ho avuto grossi problemi di impostazione, mi faceva cantare da baritono fino al fa# acuto per poi farmi aprire la voce dal sol in poi... in poco tempo ho perso gli acuti. Il secondo ha sistemato la sistuazione riportandomi la voce in maschera, ma non si è preoccupato minimamente di aiutarmi a risolvere i problemi di diaframma, che sempre durante un'Aria si blocca e quindi compromette l'esecuzione e l'acuto finale. Amici professionisti mi hanno sconsigliato di studiare da un pianista consigliandomi invece un cantante. Vorrei avere da parte Sua una conferma.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Ciao Riccardo... e grazie per aver scelto di comunicare con noi. Veniamo al tuo quesito che ritengo interessi molti altri studenti: vorrei innanzitutto spiegarti che uno studio "disomogeneo" come lo chiami tu e " discontinuo" come credo di interpretare io, non giova all'acquisizione di una tecnica che abbisogna invece di studio metodico e disciplinato. (Però, diamine, sarebbe ora che ti impegnassi sul serio dato che possiedi una voce dal timbro rarissimo e quindi ricercatissimo). Lo studio con un pianista è una cosa che, come hai potuto constatare tu stesso, è assolutamrnte inopportuna per chi deve, prima di cantare anche solo una romanza, imparare bene una tecnica respiratoria, in primis, e vocale che lo metta in grado di affrontare le difficoltà. Quindi tirando le somme: cerca un serio maestro che ti spieghi come respirare per poter sostenere bene il tuo peso vocale (evita pertanto soprani o tenori leggeri che farebbero impoverire la tua rarissima voce) senza perdere l'importantissimo contatto con la maschera e ricorri ad un serio pianista conoscitore del repertorio lirico, solo quando avrai risolto problemi di acuti, apnea e quant'altro (ti assicuro che questi insegnanti, anche se pochi, ci sono) Questo è il mio consiglio spassionato, ma più ancora..... dai, metticela tutta per riuscire perchè la lirica italiana abbisogna di nuove voci "importanti". In bocca al lupo e tienici informati. Mae.

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  • 08/09 - Riccardo
    Salve sono sempre Riccardo. Approfitto della Sua gentile risposta per proporre altri quesiti e spiegare un po' la mia disomogeneità nello studio. Io ho iniziato a cantare a 9 anni nel Coro della Cappella Sistina, dal quale sono uscito all'età di 13 anni. Purtroppo limitato dalla timidezza ho ricominciato a studiare solo all'età di 27 anni, prima da un baritono del Coro di Santa Cecilia (pessimo maestro), il quale mi accusò di essere sordo perchè non mi rendevo conto di calare (io imputavo la cosa invece ad un'errata tecnica), poi da una ex soprano, insegnante di conservatorio. Fu lei a permettere alla mia voce di uscire, insegnandomi attraverso il mugolato a mettere la voce in maschera. Però il problema dell'intonazione esisteva ancora e soprattutto forzavo molto negli acuti. Consideri che mentre con il primo maestro dopo 5 minuti di lezione ero completamente afono con lei cominciavo ad avere problemi quasi al termine della lezione. All'età di 32 anni ho deciso di smettere lo studio, sia perchè con il mio attuale lavoro non potevo permettermi di pagare le lezioni, sia perchè mi ero posto un limite, appunto i 32 anni. Ma l'amore per la musica e per il canto sono stati troppo forti e tre anni fa, all'età di 39 anni ho ricominciato a studiare. Questo per spiegare la mia disomogeneità. Ora la domanda: la mia voce, a detti di tutti i maestri che ho conosciuto, è da tenore drammatico, ha un grande volume e quando canto bene anche moltissime risonanze. Il mio problema è che spesso soffro di presenza di muco e soprattutto sento la voce velata, come se dovessi spingere molto per farla uscire. A luglio scorso, proprio quando avevo problemi di emissione, ho fatto una laringostroboscopia alle corde vocali, che si sono presentate pulite e non infiammate. Allora mi domando? Il problema dov'è? Sicuramente ho problemi nell'uso del diaframma e per sopperire a questi entra in gioco la gola e secondo me le false corde (anche se il mio ultimo maestro mi dice che solo i giovani le hanno). Secondo Lei con maggior esercizio e con un uso più elastico del diaframma riuscirò a superare questo problema? Mi scuso per essere stato così prolisso... e la ringrazio.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Caro Riccardo: intanto grazie per aver pensato di confidare a noi i tuoi problemi e ne siamo orgogliosi. Veniamo al punto. Purtroppo anche tu sei stato vittima di insegnamenti sbagliati o perlomeno non propriamente adatti alla tua natura (consolati che sei in nutrita compagnia!) ma come puoi testimoniare, l'amore per la musica non ha limiti nè confini e se ce l'hai dentro non puoi fare a meno di praticarla. Ti capisco benissimo. La presenza di muco non deve assolutamente preoccuparti poichè credo che nessuno di noi sia esente da tale problema; sei comunque stato disciplinatissimo nel ricorrere ad una visita per assicurarti di non aver alcuna patologia. Quello che posso pensare dalla tua descrizione (sappi che per dare un giudizio attendibile bisogna ascoltarla una voce)è che la tua voce sia tanto grande da necessitare di un appoggio più sostanzioso e quindi di un lavoro diaframmatico più consistente per cui niente di più facile che, per sopperire a tale supporto, tu sia inconsciamente costretto ad utilizzare fasci muscolari inidonei e che invece portano nocumento. Dovresti anche precisare quali romanze studi e quali parti subiscono di più il danno che riscontri ed anche: riesci sempre a trovare il focus della voce o sei ancora alla ricerca di questo punto immaginario ove la voce riesce ad esplicarsi nel migliore dei modi? Tieni presente che il canto è coordinazione: se non riesci in questa pratica, il lavoro diventa uno "sforzo" che spesso porta all'afonia, ma ti assicuro che con una guida esperta questi inconvenienti spariscono in poche lezioni. Vedi bene che a parlare di canto non si finisce mai.Teniamoci in contatto così potrai comunicarmi progressi e perplessità. Cerca di non farti del male abusando della forza ma coordina bene tutti i fattori che concorrono ad una corretta produzione del suono. Spero di poterti aiutare anche se da lontano. Buon lavoro e dai, dai, dai! Mae.

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  • 10/09 - Riccardo
    Buonasera Mae, mi perdoni se continuo a riempire questi spazi con i miei dubbi e le mie domande. Spero soltanto che siano in qualche modo utili anche ad altri. Mi ha chiesto quale repertorio ho studiato e mi accingo a risponderle. Ho studiato la parte di Cavaradossi nella Tosca, Manrico nel Trovatore, il Requiem di Verdi, Turiddu nella Cavalleria Rusticana, e arie dall'Andrea Chenier, Ernani, Madama Butterfly, La forza del Destino, Traviata, Rigoletto, Pagliacci, Otello, Turandot, Carmen, Fedora, Aida, La fanciulla del West, Lohengrin, Luisa Miller, Manon Lescaut, Mefistofele. Le Arie in cui mi trovo più comodo sono quelle con ampi legati senza frasi concitate. Un esempio tra tutti è nel duetto del primo atto della Tosca: "Qual'occhio al mondo può star di paro all'ardente occhio tuo nero...". Oppure la Cavalleria Rusticana con le sue frasi larghe... Comunque ora ho chiaro il mio problema. Il diaframma. Fino a poco tempo fa credevo di saperlo usare, anche perchè è dall'età di 9 anni che respiro con la diaframmatica e non con la respirazione clavicolare. Invece mi sono reso conto che probabilmente tutti i miei problemi dipendono da lui. Ho letto ultimamente che esistono diversi tipi di respirazione: una in cui il diaframma viene spinto verso l'interno dai muscoli addominali (che mi insegnò la mia prima maestra di canto, sostenendo che favoriva la spinta dell'aria per una corretta emissione degli acuti), una in cui, invece, il diaframma viene tenuto in tensione verso l'esterno ed una, infine, mista in cui oltre all'uso del diaframma entrano in gioco anche i muscoli dorsali e i glutei. Ora, in questo marasma di diversi metodi come può un giovane studente capire quale è quello giusto da seguire? Ho inoltre letto che ogni voce ha un suo diverso metodo di respirazione. E' vero? Inoltre ci può aiutare a capire come studiare un'Aria? Un mio amico professionista mi ha detto che ogni Aria ha un segreto per cantarla bene, come superare le difficoltà. Come capirlo? Come si affronta questo tipo di studio, che va aldilà della mera lettura delle note? La ringrazio sin da ora per la sua pazienza.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Salve Ric! (perdona la confidenza ma ormai siamo come dire....amici di penna e piuma ) vedo dal tuo messaggio, che hai tanta "carne al fuoco" e certamente non della più usuale; intendo che, Rigoletto a parte, mi pare che come repertorio ci siamo. E' noto che però vi sono molte differenze tra i vari autori: ad esempio Fedora, Cavalleria, Otello hanno tessiture più basse e quindi più adatte ad un tenore drammatico poi ci sono opere che notoriamente "sarebbe meglio evitare" come Manon Lescaut che anche il Grande Del Monaco preferiva non cantare (e non aveva torto, dico io). Veniamo al Diaframma argomento misterioso e complesso assai (data l'intangibilità dell'elemento)E' vero che vengono usati vari tipi di respirazione ma sicuramente le grandi scuole sono 2 (Quella del cantare con l'ausilio dei glutei mi sfugge...) In verità devo assolutamente precisarti che la voce va sostenuta col fiato e che più voluminosa è la voce, più abbisogna di sostegno, quindi di colonna d'aria che va gestita tramite il diaframma.(se possiamo essere più espliciti, nel tuo caso specifico, assolutamente non spinto in dentro!) Aria d'opera. Perchè il tuo amico, se è davvero un amico, non ti ha svelato il segreto per cantare una delle tue arie?Non credo che si tratti di segreti, al massimo di chiavi di lettura e soprattutto di tecnica sicura alla quale affidare la voce ed i sentimenti da esprimere perchè quelli fanno la differenza tra i vari esecutori. Quindi, una volta in grado di cantare tutte le note, cerca di capire lo stato d'animo del personaggio quindi la situazione in cui si trova, per poi trasferirvi tutta la tua passione (senza stravolgere i dictat del compositore) con accenti e pronuncia ben appropriati allo stile del compositore. Poi Studia la romanza frase per frase facendo attenzione a sostenere bene tutti i suoni (hanno tutti la loro importanza) anche quelli che seguono l'acuto che spesso perdono l'appoggio perchè oggi è opinione troppo diffusa che l'importante di una romanza sia solo l'acuto. Penso che per ora io abbia esaurito le tue domande. Rimango ad aspettare nuovi sviluppi sperando di aver fugato, almeno in parte, i tuoi dubbi. A presto. Mae

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  • 12/09 - rossella
    sono rossella,grazie per la risposta.il problema della mia voce è il seguente: canto "naturalmente"dal mi3 al do5, dal do5 al mi6 cambio in maschera,il problema dei prof era che non riuscivano a insegnarmi il passaggio dalle "note naturali2 a quelle in maschera.Con la prof del conservatorio sono nati problemi da quando le parlai del prof da cui avevo preso lezioni privatamente prima di accedere al conservatorio.Per poter continuare anche solo per hobby,per le lezioni mi chiedevano costi esagerati(anche 200 euro a ora).Mi piacerebbe continuare, ma come faccio a capire se non lo fanno solo per lucro?
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Cara Rossella: intanto grazie per la tua attenzione e fiducia.
    Siamo stati anche noi allievi e conosciamo bene l'ambiente (va detto comunque che il poco tempo a disposizione del Conservatorio non ti avrebbe aiutato a risolvere i problemi). Purtroppo devo constatare(anche se c'è un pò di confusione nell'esposizione della tua estensione vocale) che c'è un errore di impostazione proprio nel "passaggio" della tua gamma vocale.
    Devi sapere che nelle donne il percorso è un pò più complesso che negli uomini quindi è difficile che un uomo con poca esperienza, possa risolvere i problemi di una ragazza che approccia allo studio ed all'impostazione lirica.
    Il tuo passaggio è troppo spostato verso l'alto e riportarlo nella giusta posizione è cosa assai "rognosa"(è lo stesso problema di chi, dopo aver cantato musica leggera, vuol passare al canto lirico) ed occorre molto lavoro, molta pazienza e buon orecchio per ricondurre la muscolatura a fare un lavoro corretto (la mia prima insegnante stessa diceva che non avrebbe mai insegnato ad un "convertito" dalla musica leggera). Tuttavia una persona coscienziosa potrebbe fare questo lavoro se trovasse in te buona disposizione e tanta Determinazione.
    Per capire se un insegnante non è un "palancaio" devi fare tu stessa, in maniera seria ed onesta, una verifica: dato che sei una studentessa universitaria, non farai fatica
    1. a leggerti un pò di fisiologia riguardante la laringe ed il suo funzionamento come organo vocale, ed il diaframma come organo espiratorio;
    2. Esigi da chi ti cura, la massima chiarezza e soprattutto una giustificazione al lavoro che sta facendo (con tatto, mi raccomando)e quali saranno gli obiettivi a breve scadenza(il tempo che ci vorrà dipenderà da te oltre che dalla perizia dell'insegnante dato che ognuno ha i propri tempi di apprendimento)
    3. porta con te un registratore e, ogni 3 mesi, ascolta la differenza di emissione;
    4. fatti spiegare bene l'argomento "Respirazione" e, se passati 6 mesi (almeno un'ora la settimana) non hai ottenuto risultati o miglioramenti (anche solo nei vocalizzi) vuol dire che quell'insegnante non fa per te.
    Non lasciarti influenzare dal comportamento troppo benevolo o "materno" di certi insegnanti che ti appagano e gratificano moralmente ma non ti aiutano nel percorso concreto.
    Spero di essere stato esauriente e di averti dato una mano a farti un'idea di "buon maestro di canto". (non c'è bisogno di provarli tutti, a volte quel che raccontano i compagni di studi è abbastanza per capire).
    Se non sei già iscritta alla Newsletter di Liricamente "Lezioni di canto in pillole" (servizio curato direttamente dalla sottoscritta), ti consiglio di farlo (basta semplicemente registrarsi al sito), in quanto ti daranno altre dritte strada facendo.
    Tienici sempre informati e per ogni necessità anche picologica, siamo sempre qui ad ascoltarti. (per consigli personalizzati, rivolgiti alla redazione)
    Ti abbraccio forte e ti raccomando: grinta e determinazione! Mae.

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  • 13/09
    Buongiorno gentilissima Maestra. Ancora le scrivo per ricevere ancora per me preziose informazioni perchè amo la didattica musicale e cerco sempre di approfondire cio' che a me interessa.La mia domanda è la seguente: da dove parte l'estensione della voce bianca e quali vocalizzi potrebbero eseguire i bambini per sviluppare la voce.Ancora un'altra domanda riguarda la voce dei ragazzi 16 - 17 penso che già avranno cambiato la voce e sarebbe facile poter indentificare il registro vocale, ma proprio con loro i vocalizzi eseguiti al piano da quale note sotto il do3 dovrebbero partire e fino a quale nota dopo il DO3 dovrebbero eseguire i vocalizzi in senso ascendente e discendente magari utilizzando le cinque vocali e la consonante M o N oppure all'inizio è meglio lavorare con la vocale A ed E poi passare alla I ed O.La vocale U è meglio utlizzarla quando si ascolta una voce incatarrata o leggermente rovinata da un cattivo abuso vocale.Ancora grazie se mi rsponde a quanto esposto.Cordialmente saluti.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Ola Eduardo: tu sei quello delle domande specifiche e vai diritto al nocciolo della questione; premetto che il mio sapere riguarda soprattutto il canto lirico e quindi le voci adulte, per cui di voci "bianche" non ne so molto tuttavia posso consigliarti di dare grande spazio alla natura dei bambini che devono esprimersi senza forzare le loro estensioni (quindi vocalizzi di estensione ridotta e non oltre il MI 4) ma una cosa è certa (anche se molti se ne fregano) le voci in periodo puberale non vanno toccate perchè c'è il rischio di portare nocumento ad un organo ancora in via di formazione. Quindi, come ben sai, non cominciare con le voci femminili prima dei 16 anni e con le maschili prima dei 18; tuttavia, in presenza di talenti eccezionali, agire con molta cura e cautela. Usa pure vocalizzi su tutte le vocali anche se per la lingua italiana, la vocale più appropriata e la A magari arrotondata così da non appoggiarsi sulla gola. Per quanto riguarda la U evitala, serve per abbassare la laringe e per curare vari difetti ma è una emissione pericolosa che, se non è effettuata in modo corretto, porta all'"intubamento" vocale. Oggi poi hai fatto aggiungere un nuovo termine al mio dizionario del canto "voce incatarrata" proprio mi mancava.(Simpaticamente: che vuol dire?) Spero di averti aiutato ma ti consiglio di informarti da un insegnante di coro di voci bianche per avere più cognizioni in merito. Un caro saluto. Mae

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  • 14/09 - Riccardo
    Buonasera Mae, in risposto alla sua domanda. Sono un commerciale nel settore informatico. Sto leggendo il libro consigliato ed è come se lo leggessi per la prima volta. E' veramente molto interessante ed istruttivo. Le volevo chiedere se, trascorso il mese, devo cominciare anche a fare degli esercizi per il diaframma o vocalizzi oltre che studiare un'aria.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Caro Ric ecco la tua medicina quotidiana: certo che puoi anzi: devi allenare il diaframma (che è un muscolo) in elasticità e al suo collegamento all'emissione vocale (attenzione alla visione del vocalizzo che deve essere orizzontale e non verticale in modo da non far salire la laringe e dar origine ad un suono strozzato)e il testo consigliato ti spiegherà come.
    Poi, mi raccomando, l'aria va studiata frase per frase e con un bel "legato" che si ottiene solo con una corretta respirazione.(ci sono versioni dell'aria anche dell'amato Corelli che devi ascoltare con grande concentrazione per sentire come lavora col diaframma).Buono studio! Mae

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  • 26/09 - Riccardo
    Salve Mae, perdoni i giorni trascorsi senza averLe posto qualche domanda delle "mie". Sto quasi finendo il trattato di canto consigliato e devo dire che mi si è aperto un mondo nuovo (ma che avevo letto anni fa???). Mi domando quindi quale uomo di buon senso, il quale decide di fare il maestro di canto, non dia peso e giusto spessore da un concetto così importante come l'appoggio!!! Comunque non è di questo che volevo parlare, ma invece di "vocalizzi" ed in particolare di "muti" o "mugolati", come soleva chiamarli la mia prima maestra. Sono così efficaci nel portare la voce in maschera oppure si rischia di nasalizzarla troppo? Io ricordo quando ho cominciato a studiare, quindi da lei, che la mia voce era si in maschera ma anche molto stretta, spinta e addirittura strizzata negli acuti, che però prendevo con estrema facilità. Dal libro che sto leggendo ho capito che in realtà commettevo due errori: primo, quando salivo nei suoni alti la maestra mi diceva di dare una spinta al diaframma con la muscolatura addominale per far schizzare la voce più in alto e poi riabbassarlo e distenderlo per sostenerla; secondo: irrigidivo la gola ed il collo con la conseguente staffilata della cervicale in testa subito dopo aver terminato l'acuto. Assolutamente non c'era nessuna conoscenza degli spazi interni, del palato, della gola aperta ecc... tutto l'apparato di risonanza dalla laringe al naso non era utilizzato. Inoltre i miei "muti" o "mugolati" erano in realtà mugiti perchè di muto non avevano niente talmente erano forzati. Quindi riassumo: vero è che i mugolati sono utili per la voce in maschera? Vero è che comunque devono essere morbidi e mai forzati anche nelle note acute (ma quanto acute?)? Vero è che la sensazione di avere la gola chiusa in realtà non è una chiusura reale ma un avvicinamento della lingua, che si ritrae, alla faringe? Grazie sempre per la sua cortesia e disponibilità. Un abbraccio... leggero e soave. Ric P.S.: il mese è quesi scaduto (finalmente!!!), aspetterò che mi passi questo maledetto raffreddore che mi uccide e comincerò a studiare "Giunto sul passo estremo..." anche se l'avevo già studiata con la mia prima maestra. Se ha delle direttive da darmi le accetterò sempre con immensa gioia.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO RIC! Se devo essere sincera, ci sei mancato in questa settimana. Come sempre poni dei quesiti intelligenti e ne sono felice anche se per rispondere a tutto devo fare un pò di ordine nella mia testa.
    Procediamo con metodo: il "mugolato" come lo chiami tu, è una medaglia con 2 facce: se lo esegui bene, può aiutarti a percepire le vibrazioni della maschera e quindi la posizione della voce nei risonatori alti; tuttavia, se eseguito senza una preliminare spiegazione, può portare ad uno sforzo muscolare con conseguente innalzamento laringeo(sensazione di gola stretta).
    Intanto bisogna non forzare mai questa emissione sopra il passaggio, poi usalo solo come riscaldamento, cioè prima di iniziare i vocalizzi veri e propri, e con la gola ben aperta, la faringe spalancata, palato alto e lingua bassa (guarda quante cose!).
    Io piuttosto punterei di più sul fattore "appoggio" perchè mi pare che di maschera tu ne abbia abbastanza.
    Quando sarai perfettamente guarito, allenati a respirare profondamente controllando per bene il funzionamento del diaframma ed allenati a vedere le note come in cinemascope, così la tua laringe non avrà escursioni verticali troppo evidenti.
    Ricordati che qualunque parola tu stia pronunciando con le labbra, la gola deve rimanere sempre aperta come quando emette la vocale A (arrotondata) e che quindi devi spostare la pronuncia sulle labbra senza coinvolgere troppo il retrobocca perchè finchè il flusso d'aria non sarà sostanzioso e compatto, si rischia di cantare ad intermittenza. C'è poi il fatto che moltissime Maestre non hanno loro stesse cantato con il nostro sistema e quindi non possono insegnartelo, ti rammento che molti sono del parere che le donne debbano respirare in maniera diversa dagli uomini ed ecco perchè molti uomini non riescono a cantare e non abbiamo più grandi voci (le insegnanti donne sono numericamente in maggioranza).
    Sono stata molto prolissa, lo so, ma quando si parla la stessa lingua è invitabile. Se poi ti interessa ancora, posso darti il numero telefonico di un tenore della tua zona, ma questo tramite la redazione.
    Per ora ti abbraccio forte e ti sprono alla ricerca del "Meglio si può" che è l'unica cosa che potrà farti progredire nel tuo impegno. Mae.
    P. S. Consiglio per studente: fornisciti di una incisione dell'aria consigliata dell'amato Franco Corelli, siediti comodo con la cuffia per ascoltare con più concentrazione, chiudi gli occhi in modo che nulla possa distogliere la tua concentrazione e ...ascolta il meccanismo: vedrai che imparerai a riconoscerlo e sarà bellissimo!

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  • 26/09 - simonetta
    gentile maestro, ho iniziato a studiare canto a 16 anni, oggi ne ho 35, sono un soprano lirico, ho studiato al conservatorio, ho tentato vari concorsi,arrivando anche in finale ma la commissione pur apprezzando esplicitamente la mia voce riteneva che era necessario perfezionare la tecnica; ho passato anni alla ricerca di un BUON maestro, ma è stato TUTTO INUTILE! adoro bellini,verdi,puccini,cilea, ma potro cantarli un giorno? come le ho già accennato credo che il problema derivi da un errata coordinazione muscolare per la realizzazione dell'appoggio,specie nel registro acuto. Simona
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CARA SIMONA: mi piange il cuore quando sento persone così scoraggiate, ma posso assicurarti per esperienza, che a tutto c'è rimedio.
    Intanto credo che sul tuo cammino tu non abbia incontrato la persona giusta che VOLESSE prendersi cura di te perchè, se possiedi una bella voce, non vedo quale sia il problema a spiegarti elementi tecnici che possano metterti in condizione di cantare.
    Il canto non è stregoneria, si basa su movimenti muscolari da coordinare; certo è più facile a dirsi che a farsi, ma ti assicuro che una persona paziente e capace, può risolvere i tuoi problemi (con un pò di tempo a disposizione).
    Quindi non scoraggiarti! Cerca questa persona che voglia prendersi cura di te e della tua voce (e assicurati che sia una persona seria che ti faccia progredire nel percorso) e se la tua è vera passione...ce la farai sicuramente anche perchè ormai sei una donna e avrai una visione abbastanza concreta e veritiera sul da farsi. Se hai voglia di studiare, la redazione di consiglierà una saggia lettura che ti aprirà nuovi orizzonti. Ti abbraccio forte e ti aspetto qui per le novità. Mae

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  • 26/09 - Stefania
    Grazie mae, sei molto disponibile e sono contenta di averti diciamo cosi"incontrato"! Grazie di nuovo ubbidirò ai tuoi consigli! Ah una cosa proprio ora mi viene in mente: hai tu qualche esercizio per le note gravi da farmi fare o mandare? grazie ciao a presto
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO STEFY: puoi scaricare qui Esempi di vocalizzi per note gravi alcuni semplici vocalizzi da fare nella gamma bassa e centrale della voce. Prova a vedere cosa riesci a fare (è come una medicina: va fatta tutti i giorni per almeno 10 minuti) Sappimi dire. Buon lavoro. Mae

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  • 27/09
    Buongiorno Maestra le scrivo per avere ancora consigli da lei.Perchè i principianti che si avviano alla tecnica vocale nonostante hanno un bel timbro emettono una voce chiusa e non aperta da cosa dipende e in questo caso quali esercizi sono utili da utilizzare nei vocalizzi.Grazie a presto.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO EDUARDO: bentornato da noi. Purtroppo la tua domanda è un pò ermetica....vorresti spiegarmi cosa intendi per " voce chiusa" se mi spieghi megli potrò aiutarti ...meglio. Un abbraccio. Mae

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  • 27/09 - EDUARDO
    Molti ragazzi che ho sentito cantare non hanno una buona risonanza aperta (cioè suoni aperti)mandano fuori una voce dove i suoni delle sillabe o piccole frasi si ascoltano chiusi.Questo da cosa puo'dipendere forse non aprono bene la gola durante i vocalizzi e non sollevano il palato molle? In questo caso quali vocalizzi bisogna eseguire al pianoforte per sviluppare la voce e far sentire i suoni aperti?Inoltre potrebbe indicarmi un metodo di tecnica vocale che potrei acquistare dove si possono eseguire vocalizzi adatti per tutte le voci sia per la musica lirica ma che vanno bene anche chi vuole eseguire solo il canto leggero.Grazie
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CARO EDUARDO, bentornato.
    Forse non sono stata chiara nella richiesta....il termine "voce chiusa" mi è sconosciuto per cui cercherò di interpretarlo. Vuoi forse dire che sono frasi senza armonici? O è solo una questione di lingua parlata....Beh! Forse parliamo di suoni non vibrati cioè senza armonici ed è naturale che sia così in voci non ancora educate. Bisogna che tu faccia capire loro che dentro la nostra bocca c'è molto più spazio di quanto possiamo immaginare e che questo spazio è estremamente variabile a seconda delle combinazioni Palato-lingua-mascella inferiore (a tal proposito segui le nostre PILLOLE che faranno proprio riferimento a questo argomento).
    Quindi stimolali ad aprire la bocca, alzare il palato in una parola allo "Sbadiglio" che è l'unica parola che ci fa predisporre la gola nella maniera più consona alla fuoriuscita del suono.
    Non dimenticare inoltre la Maschera che è importantissima per la sonorizzazione ed amplificazione.
    Comincia da subito a parlare di respirazione: profonda e consapevole per poter organizzare bene il fiato.
    Mi raccomando: pazienza e chiarezza saranno le tue armi migliori. Buon lavoro. Mae

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  • 02/10 - Riccardo
    Salve Mae, ho visto che ha dato dei vocalizzi per le note centrali... me li sono stampati e li userò, ne ha anche qualcuno per gli acuti? Ho interrotto il periodo di silenzio, proprio non ce la facevo più, comunque mancavano pochi giorni. Ho quasi finito il libro che mi ha consigliato e comincerò ad applicare quello che ho letto. Ho provato a cantare un po', ma sinceramente non riesco sempre a slegare il diaframma dalla gola... ho tantissimi dubbi di far male. Poi mi faccio prendere dall'ansia e dalla fretta di riuscire e faccio peggio. Comunque devo riordinare le idee su quello che ho letto e segnarmi dei punti fondamentali su cui lavorare. L'appoggio e la respirazione con l'uso elastico del diaframma sarà la costante. Ho capito che non devo inspirare e tendere il diaframma come un pallone gonfiato fino quasi a scoppiare, ma gestire l'aria interna tendendo il diaframma a seconda dell'altezza della nota, sempre mantenendo un giusto equilibrio tra muscoli addominali e spinta diaframmatica, che tende a salire. Correggimi se sbaglio. Un abbraccio. Ric
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO RIC! Eccoci ancora qui; i vocalizzi che ho consigliato sarebbero per neofiti, credo che a te possano servire solo per allenare il diaframma legando, legando, legando i suoni tanto da far lavorare ininterrottamente il "Diaframma" (per l'ennesima volta). Ricordati sempre, che l'aria che inspiri dovrai poi usarla nell'emettere i suoni (elimina quindi l'apnea dal tuo canto) quindi considera che quando avrai finito la frase, dovrai aver consumato l'aria, ecco quindi il famigerato "cantare sul fiato" cioè sostenere con l'aria il suono o meglio il canto. Il diaframma deve tornare nella sua posizione naturale lentissimamente proprio aiutato dagli addominali antagonisti come dici. Quindi controlla sempre che non ci siano tensioni sulla gola e ricorda: IL SUONO DEVE ESSERE SOSTENUTO con IL FIATO e con niente altro. Devi provare e fidarti del comando del tuo cervello quindi...concentrati per bene ed esegui coordinando tutti gli elementi. Ricordati sempre il Morbido e lo Sbadiglio (che mette bocca e gola in condizione ottimale) assieme all'ispirazione consapevole e guidata. I vocalizzi per allenare il diaframma sugli acuti sono gli "arpeggi" più corti per i primi tempi, poi più estesi quando si è un pò più esperti. Buon lavoro e.... calma!!! Ti abbraccio forte....puoi farcela! Mae

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  • 03/10 - daniel
    sono un giovane baritono di anni 20 vorrei sapere alcune cose : è vero che si puo cantare senza fare prima i vocalizzi? è giusto come faccio io dedicare un ora al giorno alla respirazione poi cantare per mezzora tutti i giorni?grazie DANIEL
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO DANIEL e benvenuto nel nostro angolino.
    Rispondo alla tua domanda con un quesito: potresti fare una gara sportiva senza prima aver fatto il riscaldamento muscolare?
    Ecco, noi siamo come degli atleti e per mettere le corde vocali nelle condizioni ottimali (per ottenere un buon risultato), occorre riscaldarle piano piano. Non fare una lezione di tecnica, ma riscaldarle.
    Certamente ci sarà qualcuno (li conosco anch'io) che si annoia a vocalizzare, ma è una questione di disciplina; se vuoi ottenere il meglio senza danni collaterali, allora riscalda le corde altrimenti....
    Quello che tu fai (respirazione + mezz'ora di canto tutti i giorni) è veramente lodevole, anche se basterebbe anche un quarto d'ora di respirazione tutti i giorni per ottenere risultati soddisfacenti.
    Bravo, comunque per prendere sul serio la "Respirazione" che è l'elemento primo per una buona emissione.
    Continua così e tienici informati sui tuoi progressi. Caramente. Mae

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  • 03/10 - Riccardo
    Carissima Mae, sei sempre un'illuminazione per me. Finalmente ho chiaro dov'è il mio errore. Ora il problema è portare rimedio, correggendo l'uso del diaframma. Correggimi se sbaglio, ma la sensazione fisica è quella di allentare la tensione addominale permettendo al diaframma di salire a seconda della nota che si sta cantando, ovviamente senza mollarla completamente. E quando le note sono più acute la tensione aumenta di nuovo contrastando l'azione del diaframma. Sbaglio? Un abbraccio Ric
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    OLA RIC.
    Non sai che gioia esserti stati d'aiuto anche solo per capire qual'è il tuo problema reale (a proposito, com'è andata la visita al Mostro sacro? E ancora: sei in contatto col numero fornitoti di Roma?)
    Veniamo al "Busillis": la sensazione fisica è quella di avere una costante pressione interna che, quando si sta esaurendo l'aria, si tramuta in una specie di tensione che vorrebbe spingerti a mollare per paura di rimanere senza aria (un pò la stessa sensazione che si prova quando si va sott'acqua e, dopo un pò, si ha la necessità di risalire).
    Ricordati che è il pensiero a gestire il tutto, ecco perchè occorrono calma e concentrazione.
    Prova questo esercizio, tu che sei un atleta: Inspira profondamente, blocca per una frazione di secondo il respiro, adesso fai uscire l'aria dalla bocca come fosse una valvolina, (apri bene la gola) il più lentamente possibile e conta mentalmente finche non finisce l'aria (devi sempre sentire la pressione del diaframma in tensione).
    Vedrai che le prime volte conterai per poco tempo, poi più ti alleni e lo fai(anche prima di addormentarti, la sera, supino sul letto) più il tempo di "svuotamento" si allungherà dandoti così più autonomia.
    Mi raccomando, se lo fai una volta al mese, non serve a niente: deve essere uno studio assiduo come il vocalizzo perchè il controllo del fiato è INDISPENSABILE (sarebbe ideale 1/4 d'ora tutte le sere, così da diventare meccanico)
    Ti riabbraccio forte, gigante.
    Hai un dono stupendo....curalo, preservalo e soprattutto coltivalo con amore e dedizione. Mae

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  • 07/10 - Riccardo
    Salve Mae... della serie a volte ritornano. Oggi ho provato a cantare quello che mi avevi indicato. In realtà ho voluto fare un'esperimento. Volevo registrare l'aria prima e dopo averla studiata con attenzione. Ho usato una delle basi musicali che ho in CD. Un disastro...!!! Prima non riuscivo ad andare a tempo con l'orchestra, forse perchè cantando seguo un tempo troppo personale. La prima volta è andata abbastanza bene con la voce. Ho cercato di manterene la laringe libera e bassa, anche se ho notato che la voce mi si scurisce molto. La seconda volta che l'ho cantata, forse troppo concentrato a seguire il tempo, ho bloccato la laringe ed ho forzato con la gola. Comunque appena posso ti mando le registrazioni se vuoi. Mi domando: possono essere utili queste registrazioni orchestrali? Io ho notato che alcune sono estremamente lente, tipo "l'addio alla mamma" della Cavalleria Rusticana... è uno strazio a seguire quei tempi. Purtroppo però non avendo un pianista a disposizione cosa posso fare? Cantare senza musica? Sinceramente ancora non ho contattato la persona di cui mi avete gentilmente dato il numero e dal Maestro Raimondi ancora non ci siamo andati. Vedremo in seguito. Un abbraccio Ric
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CARO RIC. le tue intenzioni erano sicuramente delle migliori, tuttavia cantare con quelle basi è veramente un'impresa! Le conosco bene perchè, a volte, le faccio usare ai miei ragazzi per provare l'ebbrezza di cantare con un'orchestra, ma il più delle volte incappano nelle tue stesse difficoltà.
    Per poter seguire quei tempi occorre una notevole gestione del fiato; se prendi delle incisioni dirette da Karajan ti renderai conto che ogni direttore, nel bene e nel male, ha i suoi tempi (e bisogna seguirli).
    Il mio consiglio è di abbandonare "la macchina" in fase di studio; dato che devi studiare frase per frase, basta che tu metta la manina sulla tastiera e suoni un accordo, tanto da poterti "appoggiare" armonicamente.
    Se poi non possiedi una tastiera (cosa che dubito...ve i vocalizzi?) ce ne sono di bellissime, usate, a poco prezzo che per vocalizzi e poco altro vanno benissimo.
    Ergo: eliminiamo i CD, armiamoci di pazienza, vocalizziamo appropriatamente, alla fine proviamo le "frasi" (Giunto, sul passo estremo/ della più estrema età/in un sogno supremo, si bea l'anima già/si bea l'anima già/IN UN SOGNO SUPREMO/si bea l'anima già.
    Questo può bastare per allenarsi col fiato e con le posizioni.
    Pensa solo al fiato, a non forzare, e non stringere la gola.
    Quando sarai uscito vincitore da questa battaglia, ma solo allora, prosegui con il resto.
    Pazienza, determinazione, concentrazione e....fiducia
    Animo, che la strada per la Verità a volte è lunga e tortuosa.
    Ma possiamo darti una mano a raggiungere il tuo obiettivo.
    Coraggio! Siamo qui!
    Un abbraccio. Mae

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  • 09/10 - Riccardo
    Salve Mae, stavo ascoltando un mio amico tenore, che canta professionalmente (ti mando per email un suo brano. Una cosa che non capisco è che ascoltando la sua tecnica mi sembra che a volte intubi la voce, facendo scendere troppo la laringe. Me lo confermi? Oppure la sua voce è così? Oppure quella è la tecnica giusta? Perchè ho provato anche io a cantare così e mi sembra che la voce se ne scenda in profondità e dietro il collo, anche se non è del tutto scomoda come posizione. Grazie. Ric
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CARO RIC: apprezzo molto il tuo lavoro di ricerca fatto anche ascoltando altri.
    Non è mica che vorresti che il tuo amico mi lanciasse qualche anatema o strale per le osservazioni che farò?
    Qualunque sia il mio giudizio, spero tu voglia tenerlo per te e non farmi litigare, anche perchè non so chi sia il tuo amico e quindi l'esame è puramente....scolastico e didattico.
    Vediamo. Mi chiedo: se hai un amico che canta così....perchè non studi da Lui?
    Avercene di tenori che cantano con una voce così bella!
    Detto questo, passo all'esame didattico.
    Secondo me, e dico secondo me, qualche problema di emissione lo riscontro nella prima ottava; qualche sbilanciamento sulle vocali "A" ed "O" che non trovano il giusto equiliblio tra maschera e retrobocca, da qui il difetto che riscontri anche tu.
    Hai sentito giusto, ed è un problema che va risolto sostenendo i suoni con la respirazione.
    Altro da dire è che il LA acuto è sempre forzato e non bello morbido.
    Mi chiedo: come risolve i SIb?
    Mi piacerebbe ascoltare una romanza col SIb.
    Detto questo, e quindi cercato il pelo nell'uovo, mi complimento col tuo amico e mi permetto di consigliarli di cantare Puccini con più anima senza perdere di vista la tecnica.
    Vorrei averne io di tenori così!
    Bravo Ric perchè il tuo è un ottimo orecchio. Adesso usalo su di te.
    Ti abbraccio forte, grazie per gli auguri e grazie anche per aver confermato che non sono le VOCI che mancano, ma gli insegnanti!!!!!! Mae.

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  • 09/10 - Riccardo
    Rieccomi... Una domanda svelta svelta. Il mio ultimo maestro per cercare di portare la voce in maschera mi faceva cantare delle frasi di un'aria usando soltanto la vocale "e", senza le parole. Secondo te può servire? Grazie, come sempre. Ric
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    Si Ric, a volte può essere utile perchè la vocale "E" si lavora più facilmente (essendo meno fonda, pesa meno di una "A" o di una "O" ed è meno stretta della "I" che potrebbe indurire e stringere la gola) ed ha molti armonici.
    Tuttavia non dimenticare:
    tutto dipende dal giusto incontro tra fiato e voce attraverso l'appoggio e la gola aperta.
    Se si trova questo equilibrio, ogni vocale trova la sua strada. Un abbraccio. Mae

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  • 15/10
    Gentile mae, diversi anni fa ho conosciuto un maestro che faceva vocalizzare solo con la vocale u; il maestro Alfredo Kraus mi ha fatto vocalizzare sopratutto con i per cercare la punta del suono, posizione da cui poi ho ricavato le altre vocali... qual è la vocale più adatta per impostare la voce? grazie
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO SIMO e bentornata!
    Nella lingua italiana, la vocale che più di ogni altra palesa le carattesistiche individuali, e la "A".
    Tuttavia ci sono varie scuole di pensiero.
    Io adotto sempre tutte le vocali per uniformarne il colore, ma, a volte, ci sono dei problemi nell'impostazione vocale e vanno "Curati" proprio con l'ausilio delle caratteristiche di altre vocali: mi spiego meglio proprio con il tuo personale esempio.
    Probabilmente, vocalizzando con la "U" la tua voce si era affondata troppo (vocale pericolosa!) ed aveva perduto lo "smalto"; per curare questo difetto, il grande Kraus ti ha fatto vocalizzare con la "i", vocale di per sè assai brillante ed adattissima per dare "la punta" alla voce.
    Quindi direi di cominciare sempre con la vocale "i", controllando che non stringa la gola, fino alla zona del "passaggio", ma poi di usare tutte le altre per uniformare il colore della voce ed acquisire una buona linea di canto.
    Fare attenzione alla "A" che, se troppo fonda, potrebbe appoggiarsi in gola. Quindi arrotondare la "A" può giovare all'equilibrio. (cosa stai studiando adesso?)
    Spero di essere stata esaustiva e concreta.
    Ti aspetto qui per novità. Un bacione. Mae

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  • 24/10 - sara
    Gentilissima Maestra, ho scoperto da alcuni anni, purtroppo tardivamente, di possedere una piccola dote vocale e un po' per sfida, un po' per passione, ho intrapreso lo studio del canto lirico. Ho cantato, in concerto, Mozart (Deh vieni non tardar, Voi che sapete, Venite inginocchiatevi, Una donna a quindici anni), Puccini (O mio babbino caro, Tu che di gel sei cinta, Signore ascolta, Donde lieta uscì, Mi chiamano Mimì, Un bel dì vedremo) Verdi (Addio del passato, E' strano, Tutte le feste al tempio). Scrivo questo per orientarLa sul mio tipo di vocalità, mi definiscono "soprano lirico con estensione". Vorrei sapere se è un repertorio idoneo, se posso affrontare arie come "L'altra notte in fondo al mare" "Vissi d'arte" e quali mi consiglia di studiare Lo scorso settembre mi sono esibita nel ruolo di "mamma Lucia" e, anche se non lo sentivo pienamente nelle "mie corde" me la sono cavata in modo lodevole (si è detto). Perdoni se rubo ancora un po' del suo tempo, vorrei chiederLe se è possibile che i suoni acuti (dal la al do sovracuto) possono essere "messi nel naso" o se, essendo note del registro di testa, questo sia impossibile. Grazie per l'attenzione e un saluto cordiale. Sara
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    BENVENUTA SARA nell'angolo del...cantante (o aspirante tale); purtroppo, per giudicare mi manca un elemento importante, che è quello anagrafico.
    Vedo, o meglio, leggo che hai già avuto occasione di proporti ad un pubblico, e questo è già una buona cosa; Soprano lirico con estensione è, in verità, una definizione a me estranea; potrebbe essere lirico-leggero?
    Dato il repertorio cantato, ci troviamo di fronte ad un repertorio da Lirico-leggero, per quanto riguarda Mozart (che non fa mai male alla voce) e Rigoletto, se invece trattiamo Mimì o Addio del passato, ci spostiamo sul Lirico, per entrare poi con Butterfly, Tosca e Mefistofele in quello di Lirico-spinto (anche se per un certo periodo Butterfly veniva affidata a voci decisamente più leggere per... fattori anagrafici, cioè trattandosi di una fanciulla quindicenne si riteneva di doverla interpretare con voce fanciullesca).
    Per ciò che riguarda Mamma Lucia, la tessitura è decisamente da Mezzo-soprano ma, a volte, si tende a farla cantare a persone di una certa età (anche se soprani) dato che scenicamente rappresenta la mamma di Turiddu; comunque sia, dato che si tratta di un ruolo di non grandissima rilevanza, e se ti senti a tuo agio (e soprattutto se ti "sentono" gli altri (data la tessitura) nessuno ti vieta di affrontarlo con serenità.
    Non è certo cantare quel ruolo a rovinarti la voce.
    Senza sapere la tua età, confesso che dai tuoi studi, consiglierei di più di affrontare l'aria di Micaela (Carmen) che sicuramente sarà adattissima alla tua vocalità, mentre ci andrei piano con "L'altra notte..." ruolo drammatico e quindi pericoloso da gestire.
    "Vissi d'arte", pur appartenendo al repertorio "verista", va cantata con molta morbidezza e soavità, trattandosi di una preghiera (si dice che Puccini l'avesse aggiunta all'opera proprio per far risaltare le doti di una sua interprete non proprio... aggressiva e passionale come avrebbe richiesto il carattere del personaggio).
    Detto questo, vorrei precisare che esistono tantissime belle opere adatte alla tua vocalità e di non fossilizzarti solo su quelle.... più scontate.
    Cantare è bello, sempre e se non ci si fa del male... è pure meglio!
    Per quanto riguarda la domanda sulla tecnica, tutta la voce può diventare "nasale" perchè dipende dall'equilibrio che viene a crearsi tra le varie cavità di risonanza (palato molle in primis); ti consiglio di non abusare di questo espediente che rende poco gradevole la voce; consolida piuttosto l'appoggio dei suoni acuti che ti permetterà di non abusare di questo escamotage per "fabbricarli".
    Per quanto riguarda la domanda sulla tecnica, tutta la voce può diventare "nasale" perchè dipende dall'equilibrio che viene a crearsi tra le varie cavità di risonanza (palato molle in primis); ti consiglio di non abusare di questo espediente che rende poco gradevole la voce; consolida piuttosto l'appoggio dei suoni acuti che ti permetterà di non abusare di questo escamotage per "fabbricarli".
    Tienici informati sul tuo cammino. Un abbraccio. Mae

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  • 25/10
    Buongiorno Maestra riscrivo per avere dei consigli.Ho ripreso la tecnica vocale, ma il docente che mi segue mi ha detto che dovremmo ripartire da zero perchè ha trovato la mia voce e i suoni troppo di maschera. Adesso mi sta facendo lavorare solo con le vocali A - E - I, mutismo iniziale per il riscaldamnto della voce.Il mio problema è adesso capire come percepire bene la posizione delle vocali il docente mi suggerisce di cantare sopra il fiato che per dire il vero non ho capito ancora come fare perchè i maestri precedenti mi facevano solamente vocalizzare senza pensare a come le vocali o le consonanti potessero risuonare all'interno della bocca e senza pensare a come la pancia potesse lavorare; diciamo che tre anni di studio di tecnica non mi sono serviti a nulla perchè ho capito che molti maestri vogliono solamente seguire allievi che hanno una voce pronta perchè penso che anche loro non sanno che fare.Quali consigli mi suggerisce perchè non voglio piu' perdere tempo e mi vorrei preparare per il compimento inferiore.Grazie a presto.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO EDUARDO,
    bentornato e, soprattutto BRAVO perchè hai preso una saggia decisione: studiare.
    Come abbiamo più volte ricordato, molti insegnanti di canto adottano il metodo....meno impari più lezioni farai.....(meditate!) che è il metodo più ....fruttuoso direi (per il corpo "docente").
    Tuttavia, adesso mi pare che tu abbia trovato la persona giusta, che parla di CANTO SUL FIATO, APPOGGIO. Fatti spiegare bene come l'aria che espelli si trasforma in suono da portare nelle cavità di risonanza (maschera in primis) senza forzare, ma Sul fiato. Vedrai come tutto fluirà in modo naturale fino al "passaggio".. Coraggio e fiducia Eduardo. La mèta è vicina. Siamo tutti con te! Mae

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  • 05/11 - Riccardo
    Salve Mae. Pensavi o speravi fossi scomparso? Invece sono sempre qui, che vi seguo anche se non intervengo più molto. Continuo a studiare seguendo i tuoi consigli e "l'unica" e solitaria indicazione datami dal mio amico (purtroppo anche lui sempre impegnato). Certo mi piacerebbe dedicare ancora più tempo allo studio, ma è già tanto quello che riesco a fare. Ti ho inviato qualcosa tramite la redazione, spero ti sia arrivato. Credo di aver capito finalmente e sento che la voce si muove in modo diverso, anche se non avendo riscontri diretti non ne ho la certezza. Un abbraccio Ric
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO BELLO! Sento che ti stai abbattendo, noi invece siamo tutti elettrizzati.
    Non pensar che si possano far miracoli, ma possiamo fare molto perchè siamo sicuri che, se ti lascerai guidare, le cose miglioreranno assai.
    Ti ho già inviato (tramite la redazione) il resoconto del tuo audio e leggerai tutto lì. Per adesso, non posso che dirti : ANIMO!!! che se fossi (e questo non posso saperlo) bello come la tua voce, potresti aspirare al titolo di Mr. Italia!!!!
    Un abbraccio affettuoso da tutti noi. Mae

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  • 08/11 - Riccardo
    "Assumendo invece solo la tecnica di appoggio essi costringono il diaframma a stare basso e non seguire il fiato nella sua fuoriuscita, finendo con il mobilizzare e collassare sterno e torace e ruotare le spalle in avanti (viene da alcuni definita “postura del gorilla”).
    Le più comuni conseguenze sull'emissione sono riscontrabili in quelle vocalità che definiamo pesanti, e sono infatti più spesso di categoria lirico-spinta o drammatica, che finiscono con l'affondare insieme al diaframma anche il laringe (qualcuno le chiama appunto tecniche di affondo, in senso negativo), dando alla voce un carattere tonitruante, una intonazione spesso calante, gli attacchi spesso una terza sotto o con portamento e, soprattutto, un vibrato ampio che sfiora il “ballamento” di voce.
    Al contrario chi esagera il sostegno e spinge solo dentro e in alto fa risalire subito il diaframma, e per ottenere la pressione sufficiente è poi costretto a impegnare la muscolatura laringea estrinseca cioè “stringe di gola” (e la laringe si alza): questi allievi riferiscono di aver l'impressione di “impiccarsi con la gola”, di sentirsi stretti ed ingolfati, il vibrato è a volte stretto e caprino, l'intonazione crescente."
    Buonasera Mae, questo è un articolo che ho trovato rovistando su internet.
    Mi sorge una domanda: ma può esistere qualcuno che ha entrambi i difetti?
    Certo, rispondo io... IO.
    Saluti.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO RIC
    ecco, queste sono due splendide "fotografie" di chi, cercando di apprendere una tecnica, non ne capisce bene il funzionamento.
    Vi sono cantanti che usano la prima tecnica ed altri la seconda tuttavia chi ben capisce e mette in pratica, non incorre in tali inconvenienti.
    Quelli sono i risultati di chi tenta e non riesce; sappi che quando si studia con un buon insegnante, la prima cosa che ti insegna è la POSTURA cioè a fare in modo che il corpo non prenda brutti vizi durante l'emissione; il Maestro DEVE spiegare e controllare aiutando l'allievo con esempi, idee mentali, possibili sensazioni ad ottenere il giusto risultato senza "Posizioni del gorilla" o colli allungati a dismisura.
    Hai fatto benissimo a riportare il trafiletto che noi pubblicheremo a modello di ciò che non è giusto fare; e siamo certi che molti si riconosceranno in tali "Foto".
    Se tu assomigli a tutti e due questi esempi, vuol dire che c'è ancora molta strada da fare, ma prima di tutto, devi sapere quel che cerchi e come vuoi diventare.
    Quando ti sarai chiarito le idee, non ti resterà che una sola strada....è già molto!
    Ti abbraccio forte. Mae

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  • 09/11
    salve...come prima cosa volevo dire grazie a coloro i quali hanno voluto ideare questo sito dedicato a chi nutre e cura la passione per il canto lirico...sono un giovane studente di canto,24 enne, iscritto al secondo anno anch ese per me è l'inizio del terzo.ho sviluppato dei buoni gravi, ho una bella estensione(nei vocalizzi tocco a pieno il do di petto)ma dopo tre anni mi accorgo di rimurginare ancora sullo stesso problema,ovvero di una errata emissione del fa e fa diesis...insomma le famose note di passaggio che spesso creano problemi ai tenori.inoltre qualche volta mi capita anche che dopo i vocalizzi perdo parte del metallo che la mia voce possiede.come posso fare per scavalcare questi problemi e andare avanti?grazie mille e a presto.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    OLA PEPPINO: non so com'è ma leggere il tuo nome sul monitor, mi mette di buon umore!
    Non crucciarti perchè il problema "passaggio" è comune a molti tenori, tuttavia non è così difficile da risolvere.
    Se vuoi ascoltare il consiglio di chi viene considerato "Fabbricante di Tenori" eccomi qua.
    Premetto che esistono varie scuole di pensiero per cui forse, chi ti segue, la penserà in maniera opposta, tuttavia mi proverò a spiegarti il mio metodo.
    Il passaggio dovresti "prepararlo" un pò prima (già dal MI) arrotondando la pronuncia e dando cavità all'interno della bocca permettendo di agevolare la laringe nel suo naturale movimento. Quindi se vocalizzi con la A, arrotondala (scurisci un pochino) e così anche per O, E, I.
    Fai che la pronuncia sia più omogenea e sempre con il palatoalto ed emetti il suono in MASCHERA vedrai che non avrai problemi con questo sistema.
    A proposito, cosa stai studiando? ....Mi piace farmi un pò i cavoli tuoi.
    Un abbraccio e facci sapere. Mae

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  • 09/11
    salve maestro e grazie mille per aver risposto...è vero, il nome peppino mette simpatia un pò a tutti...ho letto la sua risposta e in qualche modo emetto i suoni cosi come mi ha detto, ovvero arrotondati....il problema non è nei vocalizzi, ma quando eseguo pezzi...faccio fatica a emettere un bel fa che se ne deve andare da solo come dice la mia prof e che non ha bisogno di nessun rafforzamento da parte mia...per quanto riguarda il programma siamo in fase di costruzione anche perchè il conservatorio è iniziato da lunedi di questa settimana...comunque ho avuto già come assegno solfeggi presi dalla seconda parte di Seidler, due arie di Tosti e la mitica ME VOGLIO FA' NA CASA.....lo scorso anno oltre a diverse arie antiche e d'opera, la maestra mi ha fatto eseguire unito ad un mio compagno baritono un duetto tratto dall'opera IL SIGNOR BRUSCHINO,io nel ruolo di florville e il mio amico flaubert..molto divertente e soprattutto riuscitissimo, tanto che la maestra ce lo ha fatto ripresentare all'esame di passaggio....sono stato un pò troppo prolissooooo??...ok mi scusi....maestro dunque lei è un tenore??mi piacerebbe tanto consocerla...io voglio risolvere questo mio problema...anche la notte mi sogno il fa.....uffaaaaa.....grazie milleeeeee
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    OLA PEPPINO:
    eccoci ancora qui; siamo molto contenti che tu studi questo bel repertorio rossiniano (ricorda J. D. Florez, N. Gedda e L. Alva) e ti confesso che il Signo Bruschino è un'operina che....mi sta molto a cuore (quindi ti correggo Flaubert che, nell'opera si chiama Filiberto, il locandiere). C'è anche un bel duettino con Sofia (soprano) che potresti cantare con qualche compagna di classe e certamente ti starà benissimo.
    Bisogna però cimentarsi anche con delle arie che ti aiutino a superare certi ostacoli.
    Vedi, Peppino, se risolvi bene il vocalizzo, non dovrebbe essere un problema poi trasferire le stesse posizioni sul cantato; il vocalizzo non è altro che una palestra, una simulazione delle difficoltà che potrai trovare nei brani da cantare, quindi, se non riesci a trasferire il meccanismo, può significare che non presti abbastanza attenzione cioè non ti concentri abbastanza per superare l'ostacolo.
    Purtroppo....non sono tenore, ma questo non fa che confermare la teoria che muscoli, fiato e laringe hanno un modo comune di funzionare, sia che uno sia tenore, basso, soprano o altro. Ergo vai avanti con i tuoi studi ed impegnati molto perchè sarebbe un peccato seminare e non far crescere una pianta rigogliosa.
    Per consolarti, posso anche dirti che il duettino del Sig. Bruschino, purtroppo verte tutto sulle tue note di passaggio, quindi è normale che tu provi difficoltà e stanchezza (troppi FA e SOL!!!).
    Ricordati sempre di respirare profondamente e di rilassare la laringe (causa dell'opacità vocale) ogni volta con un bello sbadiglio.
    Vedrai che in breve tutto il puzzle sarà completo!
    Buono studio e, appena ti avranno assegnato un'aria, facci sapere qual'è. Un abbraccio. Mae

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  • 10/11 - Elisabetta
    salve,vorrei fare una domanda riguardo ai vocalizzi,c'è una relazione tra il tipo di voce e il tipo di vocalizzo da adottare? Ci sono voci portate a vocalizzi sull'agilità? e viceversa voci più adatte ad un vocalizzo più lento ? Mi sono sempre chiesta avendo avuto più di un insegnante perchè questi ultimi adottassero gli stessi identici vocalizzi per tutti i loro allievi ,sia essi fossero voci spinte, drammatiche o leggere... la ringrazio
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    BENVENUTA ELISABETTA!
    E grazie per la domanda intelligente.
    I vocalizzi hanno molteplici funzioni; servono per impostare la voce, educarla, allenarla, correggerla, svilupparla e così via, partendo quindi dal presupposto che ognuno è una storia a sé, non mi sembra normale che tutti facciano gli stessi vocalizzi; potrebbero essere gli stessi per il "riscaldamento" ma sicuramente a livello di studio no.
    Come dici tu, ognuno ha le proprie caratteristiche e, pur essendo del parere che la tecnica la si può e deve acquisire in toto (anche una voce robusta deve studiare agilità ed una voce snella studiare il sostegno), ognuno ha le proprie caratteristiche; tuttavia, quel che più conta, è che spesso si hanno dei difetti e l'insegnante deve correggerli attraverso esercizi mirati e siccome non tutti hanno gli stessi difetti (uno può essere ingolato, un altro nasale, uno può avere voce troppo flebile, un altro troppo stridula etc...) non è assolutamente vero che gli stessi esercizi vadano bene per tutti.
    Ci sono allievi che giudicano gli insegnanti a seconda del numero di vocalizzi che gli propongono ed insegnanti che pretendono di creare vocalizzi "cumulativi" cioè compendiare tutto lo scibile in un solo chiolometrico vocalizzo!!!!( così si risparmia tempo e resta più tempo per cantare....dicono).
    Comunque si, ci sono voci portate all'agilità per la natura delle corde vocali che hanno la capacità di muoversi più sollecitamente di altre e quindi più portate alla coloratura, tuttavia ritengo che anche le voci drammatiche debbano esercitarsi per dare più elasticità al proprio "strumento" e ti assicuro che, con l'allenamento, si raggiungono traguardi notevoli.
    Il mio motto è VOLERE! con l'applicazione si ottiene molto di più che con una grande Natura lasciata a se stessa. ERGO....studia, studia, studia perchè cantare è la cosa più bella del mondo!
    Un abbraccio. Mae

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  • 16/11 - eva
    Cara Mae, mi chiamo Eva e già le avevo scritto per sottoporle alcuni miei dubbi. Ecco che ritorno per chiederle consiglio riguardo al passaggio. Ho 23 anni e sono un soprano lirico e penso che per me il passaggio sia tra mi e fa: avrebbe degli esercizi da consigliarmi per sistemarlo? Mi accorgo infatti che a volte la voce mi va indietro, con la "i" e la "e" funziona, ma quando cambio in "a" o in "o" ho qualche problema. Vorrei anche chiederle se per caso conosce delle "tecniche" per svegliare la voce alla mattina: c'è qualche vocalizzo o esercizio che mi può consigliare? Grazie davvero! Eva
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO EVA e bentornata da noi!
    Non ci crederai ma ricordo perfettamente tutte le persone che scrivono a questa rubrica per un consiglio o per ....sfogo, quindi come potrei non ricordarmi di te che porti un così bel nome?
    Passiamo ai quesiti.
    Direi che riguardo al "passaggio" sei già sulla buona strada, la zona è quella, quindi per affrontarlo senza problemi, ti basta arrotondare la pronuncia delle vocali già dal MI (qualcuno dice Scurire) dando più cavità all'interno della bocca e lasciando che la laringe faccia il suo "gradino" senza porvi ostacolo (già lo scrissi al caro Peppino che provò subitaneo e felice giovamento) facendo attenzione a mantenere il suono in maschera con fiato e ....pensiero.
    Ti consiglio di vocalizzare con l'esercio che trovi cliccando su questo approfondimento e che sicuramente darà i suoi frutti.
    Per quanto riguardo il "risveglio" vocale, non ci sono tecniche ma accorgimenti; sappi che se devi cantare al mattino (lezione in Conservatorio, concorsi, audizioni ecc.) è necessario svegliarsi e mettersi in piedi 2 ore prima di cantare, fare una buona colazione con carboidrati e zuccheri (Biscotti o brioches) e, solo dopo, cominciare a vocalizzare con esercizi lenti ed a intervalli vicini, per riscaldare gradatamente la voce.
    Se invece si tratta di risvegliare il diaframma che non vuol saperne, prova (come facevo ai tempi del Conservatorio) a fare due o tre rampe di scale, vedrai che funziona!
    Ricorda sempre che la voce va RISCALDATA e si comincia sempre con esercizi lenti e corti, come fossi uno strumento a fiato dell'orchestra.
    Spero di averti dato utili consigli per la tua giovane e promettente voce.
    Fammi sapere i risultati.
    Un abbraccio. Mae

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  • 19/11
    Mae' ciao sono peppino....tutto ok?...domandina...la mia prof dice che ogni tanto mentre canto emetto dei suoni un po appesi, che non vanno via...me ne rendo conto pure io...alcune volte penso troppo alla respirazione, alla posizione, all'emissione...ma pensando tutto insieme mi irrigidisco e non caccio nulla di buono...cosa posso fare per aggiustare il tutto??...grazie e ciao a tutti....buon cantoooooooo!!
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO PEPPINOOOO!!!
    Eccoci qua, carissimo.
    Vediamo bisognerebbe che tu spiegassi meglio che significa "suono appeso": vuol dire forse che non sono liberi di uscire con i loro armonici (quindi non vibrano)?
    Se l'interpretazione del termine è giusta, allora siamo di fronte a tensioni della muscolatura quindi per eliminarle, devi sempre pensare al "morbido" cioè suono emesso senza sforzo ma con appoggio diaframmatico e che sia ben posizionato in maschera.
    Quando devi attaccare un suono, inspira profondamente rilassando la muscolatura laringea e del collo, della bocca, della mascella; solleva bene il palato (anche quello molle!) quindi sbadiglia con la lingua appoggiata sul fondo della bocca; a questo punto sei pronto per emettere il suono che dovrai dirigere COL FIATO in maschera (dietro al naso, se è più comprensibile) facendo attenzione che l'aria emessa PASSI SOPRA il palato e si diriga in maschera ove il suono prenderà gli armonici necessari per svilupparsi timbrato.
    Ricorda sempre che il retrobocca deve essere ampio per dare colore.
    Se non è chiaro o non ho interpretato bene, illuminami.
    Io qui ti aspetto!Bacioni. Mae

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  • 20/11 - Riccardo
    Buongiorno Mae, ti manco? ahahahah!!! Pare proprio di no, presa tra tutte queste domande... Comunque la mia strada verso la "perfezione canora" continuo a seguirla. Ovviamente non so se tutto quello che sto facendo sia giusto. Ho solo un metro per capire e cioè che riesco a cantare più a lungo senza stancare troppo o massacrare la gola e le corde. Ancora ho difficoltà a controllare la laringe ed il diaframma, a volte ne perdo il controllo. Sento comunque la voce che esce con molta più disinvoltura e credo meno spinta. Ma ovviamente tutte queste sensazioni hanno senso solo se confermate da qualcuno fuori di me. Comunque io vado avanti. Un abbraccio.
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  • Risposta dell'esperto di musica e opera lirica
    CIAO RIC: invece ci sei mancato come ogni allievo che cerchiamo di seguire ed aiutare.
    Va benone se perseveri nella tua ricerca; al fattore laringe, proprio non ci devi pensare; se la lasci tranquilla, godrai più salute.
    L'importante è non forzare la muscolatura....in una parola: SBADIGLIA! Ed una volta rilassatala, lascia uscire la tua voce conducendola, col fiato, fino alla maschera.
    Controlla invece il diaframma, quello si. Allenalo a lavorare elasticamente ed a non bloccarlo...Ricordi?
    Registra sempre il tuo lavoro, così avrai un resoconto inappuntabile. Ti abbraccio e...fatti sentire....fai come Peppino che quando ottiene un risultato soddisfacente, ce lo comunica. Mae

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