Il Teatro Ponchielli di Cremona conclude la Stagione
Lirica 2013 con La finta semplice, dramma giocoso del
dodicenne Amadé.
È difficile dare un parere del tutto obiettivo a quest'opera: se la si guarda
dal punto di vista puramente mozartiano, è ovvio che solo in parte lascia
intravedere ciò che sarà il compositore salisburghese, sia musicalmente, sia
teatralmente; se la si considera tenendo ben presente l'età di chi ne ha scritto
la partitura, è immediato parlare di genio; se invece la si ascolta con le
orecchie di fine Settecento, allora è possibile considerare questo lavoro un
perfetto amalgama degli schemi tipici e delle convenzioni dell'opera buffa di
quei tempi.
Il nuovo allestimento firmato da Elisabetta Courir, con
scene di Francesco Arrivo, costumi di
Anna Cavaliere e luci di Giuseppe Ruggiero, è
stato presumibilmente costruito in considerazione di un budget ultraridotto, ma
è stato commesso un grandissimo errore: i tendaggi assorbono il suono ed avendo
a disposizione un cast di voci molto piccole, in platea si sentiva quasi nulla.
L'idea di avvalersi di uno spazio in continuo movimento è interessante, ma da
un lato è troppo simile al blasonato storico spettacolo di Ponelle
de L'occasione fa il ladro, dall'altro, avendo a disposizione
solo le luci per creare un effetto visivo un po' diverso, dopo qualche scena
diventa monotono.
La parte peggiore è l'inserimento della narratrice – la bravissima
Annagaia Marchioro – che pur sapendo fare egregiamente il suo lavoro,
non serve a nulla, anzi, fa passare gli spettatori per poco intelligenti – come
se non potessero seguire la vicenda senza le sue spiegazioni – oltre a rompere
l'andamento dell'opera e ad allungarla oltre misura. Allora sarebbe stato meglio
evitare di tagliare dei pezzi musicali.
Se la cava meglio Salvatore Percacciolo sul podio dell'Orchestra
I Pomeriggi Musicali, prodigandosi in suoni puliti e colori tipicamente
classici.
La giovane Salome Jicia è la protagonista Rosina,
abbastanza corretta nel canto, anche se è molto dura e la dizione è pessima.
L'istrionico Andrea Concetti veste i panni di un divertente
Don Cassandro, ma non sembra essere particolarmente generoso, pur
essendo il solo ad avere una vocalità sufficientemente udibile dalla platea.
Il fratello Don Polidoro è Raoul d'Eramo, tenorino
dotato di bel colore tipicamente latino, ma in chiare difficoltà nel passaggio
all'acuto. Inoltre in “Sposa cara sposa bella” perde l'intonazione.
Elena Belfiore è una Giacinta corretta, affiancata
da una musicale Bianca Tognocchi nei panni di Ninetta.
Matteo Mezzaro è un Fracasso dotato di bella voce
limpida ed elegante, mentre il Simone di Gabriele Nani
pare essere più un tenore corto che un baritono, ma sa essere puntuale e
lineare.
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