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Intervista a Angelo Bertacchi

Redazione Liricamente, 02/03/2014

In breve:
Nei prossimi giorni si terrà a Milano una masterclass con il maestro Angelo Bertacchi, uno dei pochi luminari rimasti che sanno trasmettere ai giovani cantanti gli insegnamenti della vecchia scuola di canto, dell'arte dei maestri della lirica con i quali ha collaborato: Gino Bechi, Beniamino Gigli, Lina Bruna Rasa... e dei grandi direttori d'orchestra che hanno lavorato a stretto contatto con i compositori stessi delle opere: Arturo Toscanini, Tullio Serafin, Gianandrea Gavazzeni, Mario Rossi...


Nei prossimi giorni si terrà a Milano una masterclass con il maestro Angelo Bertacchi, uno dei pochi luminari rimasti che sanno trasmettere ai giovani cantanti gli insegnamenti della vecchia scuola di canto, dell'arte dei maestri della lirica con i quali ha collaborato: Gino Bechi, Beniamino Gigli, Lina Bruna Rasa... e dei grandi direttori d'orchestra che hanno lavorato a stretto contatto con i compositori stessi delle opere: Arturo Toscanini, Tullio Serafin, Gianandrea Gavazzeni, Mario Rossi...

Vocalmente ingessati da insegnamenti tecnici di canto e alla ricerca di mille posizioni per emettere un suono, sono molto i cantanti frustrati che ricorrono al maestro Angelo Bertacchi perchè si ritrovano incapaci di rendere espressivamente la propria arte. Con il suo aiuto riscoprono la naturalezza del canto e riecono a trovare la strada per intraprendere la professione che li porta a calcare i palcoscenisci di tutto il mondo.

Nomi illustri hanno seguito i suoi consigli e sono diventati dei grandi nomi della lirica. Ciò il maestro insegna, non è nient'altro che l'insegnamento della "vecchia scuola" -"Bisogna cantare con l'interesse e non con il capitale" - dice : facile a dirsi, ma difficile da mettere in pratica quando per anni "luminari saccenti del belcanto" hanno inculcato nella mente di un cantante che per emettere un suono deve concentrarsi su mille posizioni diverse e pensare a tutto, fuorchè al fatto che sta cantando!

Il canto in questi anni è diventato una scienza-tecnica riservata a quelle poche menti illuminate che riescono a costruire un'infrastruttura vocale.

Partendo invece dal concetto che fare canto dev'essere un piacere, Angelo Bertacchi fa riscoprire ai cantanti la bellezza e la naturalezza con cui si canta, liberando il pensiero del cantante da mille preconcetti e lasciando che si concentri sull'espressività e sul piacere di cantare.

La voce sgorga da sola sostenuta dall'aria, si amplifica con le risonanze e prende vita, diventa un corpo che produce emozione.

Vi lasciamo leggere questa intervista e vi invitiamo a partecipare alla masterclass per riscoprire il piacere di cantare bene!

Angelo Bertacchi - insegnante canto lirico1) Maestro Bertacchi, ci riassume brevemente la sua carriera?
E' iniziata a 16 anni come baritono alla Scala su presentazione del grande soprano Lina Bruna Rasa che era amica di mia madre.
Ho iniziato come cantante, ma poi dopo 3 anni, essendo anche pianista, ho preferito dedicarmi all'accompagnamento dei cantanti e quindi sono stato pianista accompagnatore di cantanti come Gino Bechi, Beniamino Gigli per sei anni e mezzo.
Poi avrei dovuto accettare un compromesso con la Scala, ma io non ho accettato e allora me ne sono andato.

Ho lavorato anche con Toscanini, Tullio Serafin e tutti i grandi direttori di un tempo.

Sono venuto via dalla Scala con Vittorio Venezian, che era allora direttore del coro. Ho iniziato a fare concerti in Italia con cantanti. Da trent'anni insegno canto.

2) Lei cosa insegna?
Io insegno canto. Individualmente entro nell'anima di ogni cantante e insegno la filosofia della vita. Non sto a lavorare sulla voce, perchè la voce non si deve usare. Bisogna usare la risonanza. Se uno si concentra sulla voce fa fatica e si spacca la voce.
La respirazione è ciò che sostiene il tutto, ma dev'essere dosata e non eccessiva, perchè se si va in iperventilazione, il fiato in più va sulle corde e crea tensioni.
Il canto è tutto passivo. Io faccio fare esercizi con il fiato per la respirazione, ma poi si deve cantare come si parla, perchè se uno pensa di dover cantare tutte le note che ci sono scritte si ingolfa di sicuro. La posizione del canto è una sola. Non si deve pensare di dover cantare due ottave, ma di cantare come si parla, ad una sola altezza.

Non è facile capire tutto questo, ma se uno riesce a comprenderlo, ritrova la sua naturalezza.

Una volta si distinguevano bene le voci perchè si studiava sulla parola, quindi ogni voce era diversa, perchè ognuno di noi parla diversamente. Oggi invece le voci sembrano tutte uguali. Tutti fanno le stesse vocali. Oggi si studia facendo solo vocalizzi, ma non si può solo vocalizzare, bisogna cantare sulla parola!

Ognuno di noi è diverso dall'altro. Anche se si appartiene alla stessa categoria vocale, ognuno di noi ha la propria voce e questa deve emergere. Se si amalgano tutte le voci facendo fare solo vocalizzi con posizioni fisse e magari innaturali, non si riesce a distinguere una voce dall'altra. Per questo motivo non si riconoscono più le grandi voci.

Uno quando canta si deve divertire. Un baritono che cantava alla Scala diceva: "Non so perchè mi pagano tanto e mi fanno tanti applausi, perchè io non faccio niente per meritarli". Ciò significa che nel canto non si deve assolutamente far fatica. Non si devono stancare le corde vocali.

3) Adesso parliamo di risultati concreti: quanti suoi allievi sono in carriera?
In questo periodo ne ho una quindicina che cantano in teatro.

4) Ma li ha seguiti dall'inizio?
No, di solito da me vengono tutte persone rovinate. Arrivano allievi che magari hanno già studiato sette o otto anni da maestri che li hanno rovinati e non sanno più come fare. Già dopo poche lezioni, se capiscono che devono abbandonare tutto ciò che hanno costruito sopra la loro voce, si sentono i miglioramenti. Io lavoro sulla risonanza e rendo il loro canto più naturale. Da lì poi possono far uscire le emozioni che escono dalle parole che cantano.
Un cantante non è più un cantante, è un attore, perchè deve trasmettere emozioni dal testo che espone.

5) Quali requisiti servono per cantare?
Bisogna essere molto umili nel canto. Poi bisogna lavorare tutta la vita sul proprio corpo. Un cantante è uno sportivo, non un cantante, quindi bisogna avere cura della propria salute e della propria voce.
Pertanto bisogna cantare con l'interesse, non con il capitale. La voce è il capitale, la risonanza è l'interesse!
Il canto è liberazione, quando si canta bisogna sentirsi bene essere liberi, senza tensioni.

La ringrazio moltissimo per la piacevole chiacchierata e per ciò che ci ha insegnato. Sono sicura che siano insegnamenti corretti, perchè i risultati parlano da soli. Se a qualcuno è rimasto qualche dubbio... non resta che partecipare alla sua masterclass!

 
 
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