√ LIRICAMENTE.IT >>IL SITO PER GLI APPASSIONATI DI MUSICA LIRICA E OPERA LIRICA XIV Concorso Anita Cerquetti Associazione Spazio Musica

IL SITO PER GLI APPASSIONATI DI OPERA LIRICA

Chiudi Finestra
Home  Mappa  Contatti  RSS 

Recensione opera lirica Giulio Cesare di Händel al Teatro Regio di Torino

William Fratti, 04/12/2014

In breve:
Torino - Recensione dell'opera lirica Giulio Cesare di Georg Friedrich Händel in scena al Teatro Regio di Torino il 29 novembre 2014.


Come già accaduto in altre occasioni, anche con Giulio Cesare di Georg Friedrich Händel, prodotto per L'Opéra di Parigi e riproposto al Teatro Regio di Torino, Laurent Pelly dimostra di essere un eccellente professionista della regia, anche se manca decisamente di un certo gusto e di una sicura eleganza indispensabili per il pubblico italiano. Lo dice anche l'alta moda: la classe e il garbo stanno di casa nel Bel Paese, mentre oltralpe si tende spesso ad essere un poco più raffazzonati nell'abbinare e nel rappresentare.

L'idea, anche se non originale, è buona. Lo schema di Una notte al museo pare perfetto per rappresentare un'opera così priva d'azione e soprattutto relativa ad una vicenda fin troppo raccontata al cinema e alla tv tanto da entrare stabilmente nell'immaginario collettivo, anche di chi ha visto il viso di Liz Taylor solo su YouTube. Ciononostante – e anche a dispetto di una cura precisa nella filologia in considerazione della trasposizione – il risultato sarebbe ottimo se lo spettacolo fosse stato riproposto in altra città mitteleuropea, dove gli spettatori stanno forse poco attenti alle parole e non si sconcertano nel ridere allegramente delle stupide macchiette dei protagonisti.

Per un qualunque melomane italiano è sinceramente esecrabile anche il solo pensarlo. Ed è da qui – e purtroppo per tutta la durata dell'opera – che si evince il cattivo gusto di Pelly, dove Cesare cerca di toccare intimamente Cleopatra, mentre Nireno e Tolomeo sono inutilmente ed eccessivamente effeminati oltreché provvisti di comportamenti che starebbero bene solo nel repertorio comico o in uno spettacolo di drag queen. Infine sorge spontanea la domanda se tutto ciò è successo per caso o – ancora peggio – è stato fatto apposta.

Molto efficaci sono i costumi disegnati dallo stesso Pelly e le scene di Chantal Thomas, anche se dopo il primo atto diventano decisamente noiose. Non particolarmente accattivanti le luci di Joël Adam.

Sul fronte musicale il direttore Alessandro De Marchi compie un ottimo lavoro. Forse la prima parte dell'ouverture non è così superba, ma tutto il lungo dramma è condotto con mano sicura e ritmo raffinato.

Sonia Prina è indiscutibilmente una dei migliori Giulio Cesare in circolazione. Volendo cercare il pelo nell'uovo, nel corso della lunga opera, qualche nota acuta e qualche nota grave non sono riuscite alla perfezione, ma il complesso dell'esecuzione è da valutarsi più che positivamente.

Anche la Cleopatra di Jessica Pratt è molto buona e la soprano è sempre la brava cantante che conosciamo, ma è giusto segnalare che il suo stile ha poco a che fare col barocco. Tra l'altro vuole strafare con le variazioni e non le riescono così precise. Buona, anche se non propriamente opportuna come già detto, la resa belliniana di “Se pietà di me non senti” e “Da tempeste il legno infranto” inizialmente di gusto rossiniano, poi donizettiano.

Eccellente Sara Mingardo, che si riconferma elegantissima specialista del ruolo di Cornelia. Le sta accanto l'altrettanto brava Maite Beaumont nei panni di un Sesto morbido e delicato. Il loro duetto a conclusione di primo atto è decisamente la pagina migliore della rappresentazione, dove entrambe le interpreti mostrano una linea di canto stilisticamente corretta, omogenea e ben riuscita nell'accento nonché nell'interpretazione.

Molto ben riuscito il Tolomeo di Jud Perry, anche se in alcuni momenti le sue note basse lasciano sentire un registro tenorile, ma la prova è nel complesso decisamente buona, come pure quella di Riccardo Angelo Strano nei panni di Nireno, dotato di voce morbida e vellutata.

Efficace l'Achilla di Guido Loconsolo, anche se in “Tu sei il cor di questo core” qualche acuto risulta un poco stiracchiato. Opportuno Antonio Abete nei panni di Curio.

Buona la brevissima prova del coro diretto da Claudio Fenoglio.

 
 
Archivio Documenti di musica e opera lirica - Recensioni - Interviste - Medicina - Articoli - Novità
Archivio Recensioni Teatri Opere Liriche
recensioni

Dite la vostra...



 

Esprimi un giudizio sul documento e visualizza i risultati

 
                            

Codice di sicurezza (Aiuto Aiuto):

Scrivi nella casella i caratteri che vedi nell'immagine.

Codice di sicurezza          

 
 
Cookie | Privacy Policy | Copyright 2006 © | Powered by Andrea Ferretti | 4/17/24 00:14
Liricamente.it utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie    Leggi tutto Ok