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Recensione opere Goyecas e Suor Angelica al Teatro Regio di Torino

William Fratti, 30/01/2015

In breve:
Torino - Recensione delle opere liriche Goyecas di Enrique Granados e Suor Angelica di Giacomo Puccini in scena al Teatro Regio di Torino il 25 gennaio 2015.


Per la prima volta assoluta Goyescas di Enrique Granados è rappresentata al Teatro Regio di Torino, in accostamento alla celebre Suor Angelica di Giacomo Puccini.

L'opera di Granados fu commissionata dalla Legion d'Onore nel 1914, richiedendo che fosse tratta dalla omonima suite pianistica ispirata ai dipinti di Francisco Goya.

Il risultato, seppur piacevole da un punto di vista musicale, funziona malamente nella drammaturgia, soprattutto per la mancanza di recitativi, venendo meno un legame assolutamente necessario al teatro tra un tableau e l'altro.

In occasione di questa première Andrea De Rosa compie un lavoro magistrale, poiché riesce a catturare l'attenzione dello spettatore nel seguire una vicenda assolutamente bidimensionale e priva di narrazione. Lo spettacolo che ne risulta è lineare, fluido, sempre in movimento, coadiuvato da un progetto luci suggestivo, firmato da Pasquale Mari, nonché da una coreografia accattivante ideata da Michela Lucenti. Buona la resa “goyesca” dei costumi di Alessandro Ciammarughi.

Giuseppina Piunti è Rosario e riesce a centrare il personaggio, seppur con le difficoltà insite nel libretto stesso. La vocalità è particolarmente morbida nei centri, ma tutta la zona acuta risulta stridula e fastidiosa.

Andeka Gorrotxategui è Fernando e trova in questa partitura una scrittura particolarmente consona alla sua voce e riesce a farsi notare per le belle frasi liriche e lo squillo luminoso.

Meno interessante e abbastanza opaco è il Paquiro di Fabian Veloz.
Ottima la resa sonora della Pepa di Anna Maria Chiuri.

Se con Goyescas Andrea De Rosa ha compiuto un'operazione eccellente nel creare una sorta di drammaturgia laddove ben celata, con l'atto unico di Puccini è riuscito a dare vita, assieme a tutti gli artisti coinvolti sul palcoscenico e dietro le quinte, ad uno spettacolo di fortissimo impatto emotivo, attraverso una trasposizione spaziale e temporale riuscitissima, ma soprattutto sentita dai professionisti che l'hanno fatta loro e che di conseguenza l'hanno trasmessa al pubblico.

Il monastero diventa un manicomio del dopoguerra e Angelica un'espiante rinchiusa con la forza, non certo per lavare la vergogna votandosi a Dio. E dopo il suicidio non accade alcun miracolo, né alcuna grazia. Solo la morte e il nulla. Il tema trattato, così trasposto, è molto più vicino alla nostra realtà quotidiana o del passato recente, più di quanto crediamo. Anche la letteratura e il cinema – Philomena – e la televisione – American Horror Story: Asylum – hanno cercato di portare in luce un problema umano davvero straziante.

Le interpreti e le ballerine, guidate dalla regia di De Rosa e dalla coreografia di Michela Lucenti, hanno svolto un compito difficile ma riuscitissimo, davvero sentito e sinceramente toccante.

Amarilli Nizza si riconferma per l'ennesima volta una delle migliori Angeliche della storia dell'opera. Fraseggio e recitazione di un'espressività ineguagliabile. Voce salda e sicura su tutta la linea di canto, morbida e suadente nei passaggi lirici, eccezionalmente drammatica nelle pagine più tragiche, sempre con suoni puliti, poiché la bravissima soprano sa “sporcare” fuori dal canto per cercare l'effetto. La sua interpretazione fa sgorgare lacrime dagli occhi più di una volta durante il corso della breve vicenda.

La affianca l'altrettanto eccellente Anna Maria Chiuri nei panni di una Zia Principessa che, inaspettatamente e in maniera molto commovente, si lascia scappare un singhiozzo. Il suo fare algido, ma che lascia intravedere un piccolo spiraglio di umanità, accompagnato da una vocalità piena e profonda, nonché da una musicalità invidiabile, fanno della sua interpretazione un modello da seguire.

Il lungo stuolo dei ruoli comprimari è capitanato dalla bravissima Silvia Beltrami nei panni della suora zelatrice.

Hanno saputo farsi notare anche la valente suor Genovieffa di Damiana Mizzi e l'efficace suora infermiera di Valeria Tornatore.

Completano il cast Claudia Marchi, Maria Di Mauro, Nicoletta Baù, Maria de Lourdes Martins, Samantha Korbey, Daniela Valdenassi, Sabrina Amè, Roberta Garelli, Eugenia Braynova, Paola Isabella Lopopolo, Cristina Cordero, Raffaella Riello.

Eccellente la prova del Coro del Teatro Regio, del Coro voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio Giuseppe Verdi, guidati da Claudio Fenoglio.

Bravissimi i membri di Balletto Civile.

Ottima anche la prova dell'Orchestra del Teatro Regio diretta da un ispirato Donato Renzetti che, sia in Granados sia in Puccini, sa fraseggiare con colori e cromatismi, attraverso passaggi morbidi e puliti, ottenendo un suono ben amalgamato e che respira oltre la buca, tanto in sala quanto in palcoscenico.

 
 
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