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Recensione Carmina Burana al Teatro Regio di Parma

Redazione Liricamente, 03/04/2015

In breve:
Parma - Recensione messa in scena dei Carmina Burana di Carl Orff al Teatro Regio di Parma il 27 marzo 2015.


L'Auditorium Paganini di Parma registra il tutto esaurito per l'esecuzione dei Carmina Burana di Carl Orff, capolavoro assoluto del Novecento.

L'opera del compositore tedesco è sempre e comunque efficace, geniale nella partitura, che sia eseguita come cantata o in forma scenica. In questa occasione l'eccellente e precisa Filarmonica Arturo Toscanini – che restituisce risultati esemplari quando è guidata da direttori di sicuro talento – si prodiga in un suono particolarmente pulito, ma soprattutto carico di accenti, sapientemente misurati per non sforare nell'eccesso.

Peccato che non siano stati utilizzati dei pianoforti a coda adeguati alle sonorità di Orff, poiché importantissimi nel cadenzare i momenti più drammatici della composizione.

Sul podio è il bravissimo John Axelrod, dotato di gesto chiarissimo, particolarmente energico, che sa far emergere le sonorità più contemporanee. Non va dimenticato che Orff compone negli anni Trenta, avendo a disposizione nuovi strumenti e comunque influenzato dalla storia che lo ha preceduto. Axelrod sa trasmettere queste particolarità, come pure il lato ironico e brillante, ottenendo un effetto sorprendente.

Protagonista indiscusso è il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati. Precisione, colore e intonazione sono i segni distintivi. Ben appropriato è anche il fraseggio.
Buona la prova del Coro Voci Bianche Ars Canto di Parma preparato da Gabriella Corsaro.

Il baritono Mario Cassi, come già dimostrato in altre occasioni, è dotato di buona intonazione e di acuti limpidi, più da tenore che non da baritono, ma le note basse sono pressoché inesistenti, poiché poco voluminose, coperte da altri suoni, talvolta addirittura pasticciate. In alcuni passaggi i fiati sono corti e prende aria troppo spesso; mancano molti legati e il fraseggio è espresso maggiormente dalla mimica facciale piuttosto che dall'inflessione vocale.

Brava la giovane Giuliana Gianfladoni alle prese con una parte piccola ma davvero insidiosa, dove mostra una voce morbida e rotonda nonostante l'età e la tessitura acuta. Da notarsi qualche nota non ben appoggiata, un poco stonacchiata.

Bravo anche Mark Milhofer – solo un po' tirato – nel difficilissimo ruolo del cigno arrosto, spesso affidato a controtenori.
Scroscianti applausi per tutti gli interpreti al termine di una serata che ha davvero entusiasmato la sala. A grande richiesta è stato concesso il bis del brano conclusivo dell'opera.

 
 
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