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Recensione Il Trittico di Giacomo Puccini al Festival Pucciniano

Maria Cristina Chiaffoni, 17/08/2018

In breve:
Torre del Lago (LU)- Recensione del Trittico di Giacomo Puccini (Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi) in scena al Festival Pucciniano di Torre del Lago l'11 agosto 2018.


TRITTICO D'AUTORE A TORRE DEL LAGO

In occasione del centenario della prima rappresentazione Il Festival Pucciniano di Torre del Lago ha allestito il giorno 11 agosto il Trittico.

Allestimento dell'Opera di Stato di Budapest molto bello, funzionale e ben condotto da una regia sciolta, vivace ed accattivante a firma di Ferenc Anger. I tre atti unici sono stati ciascuno nella sua caratteristica di fondo molto ben dipanati sia musicalmente che scenicamente.

 Il Tabarro vive di una luce livida che contrasta con la vivacità della città di Parigi che continua la sua gaia vita incurante del dramma di miseria e morte che avviene sotto i suoi ponti.

Il baritono Estefan Florin è un Michele umano e sofferente, la voce è bella anche se un po' troppo vibrata. Manca a mio avviso un pizzico di cattiveria prepotente in più nel personaggio.

Invece il soprano Silvana Froli coglie in pieno la dolorosa e viva femminilità di Giorgetta. La voce è luminosa, bella e svettante negli acuti.

Come il tenor Vitalij Kovalchuk un Luigi affascinante e baldanzoso dalla voce bella e ben emessa.

Annunziata Vestri offre una Frugola simpaticissima e ben cantata con una sapiente ricerca di fraseggio. Bene anche gli altri interpreti nelle parti di fianco Luca Micheli (Il Tinca) Vejo Torcigliani (il Talpa) Francesco Napoleoni (un venditore di canzonette) Alberto Petricca e Micaela Sarah D'Alessandro ( i due amanti).

La scena cambia ed eccoci nel chiostro di Suor Angelica. La protagonista ha la dolcezza paradisiaca sia di voce che di gestualità di Donata D'Annunzio Lombardi. Il soprano cattura il cuore degli spettatori nel celeberrimo Senza mamma a mio avviso l'aria più toccante di tutta la produzione stupenda del grande maestro Puccini. Quei pianissimi filati quasi grida silenziose dell'anima, quelle dolcissime mezzevoci che ti fanno venire i brividi sotto pelle rivelano una grande interprete.

Come lo è il mezzosoprano Annunziata Vestri che deposti i panni di frugola diventa una diabolica e spigolosa zia Principessa, con accenti da autentico contralto e con figura quasi che richiama Crimilde matrigna di Biancaneve. Eccezionale interprete. Ottime tutte le suore ma una menzione particolare al contralto con voce e colori stupendi Elena Kanakis (suora zelatrice), il mezzosoprano Paola Leveroni (madre badessa) una voce molto bella e ben emessa. Le altre sono: Donatella De Caro, Micaela Sarah D'Alessandro, Veronica Tello, Manuela Pellegrino, China Susakawa, Marina Gubareva, Ai Awata, Beatrice Stella, Alexandra Ivchenko e Beatrice Cresti .

Il terzo ed ultimo atto unico, il solare e divertente Gianni Schicchi è dominato dal grande mattatore Bruno De Simone un protagonista di eccezione. Voce bellissima e molto in parte, attore sopraffino e abilissimo nel gestire voci e situazioni rende ogni nota ed accento un grande momento. Lo affiancano la grande dolcezza di Elisabetta Zizzo una Lauretta dalla voce giovane e fresca che rende poesia il famoso “O mio babbino caro” ed il bravo e baldanzoso Rinuccio di Danilo Formaggia.

Anche gli altri numerosi interpreti sono molto in parte, sciolti e musicalissimi : Donatella De Caro (la Zita) Alberto Petricca, Anna Paola Troiano , Alessandro Biagiotti, Davide Mura, Filippo Lunetta, Anna Russo, Andrea Del Conte, Alessandro Ceccarini , Massimo Schillaci, Andrea De Campo.

Ottima prova dell'Orchestra della Toscana diretta con equilibrio ma senza voli pindarici dal giovane maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli.

Bene nei suoi brevi interventi il Coro del Festival Puccini diretto da Roberto Ardigò, come si sono distinti per intonazione Il coro voci bianche del Festival Puccini dirette da Viviana Apicella.

Un buon pubblico che ha tributato festosi applausi ai numerosi interpreti ha coronato questa godibilissima serata.

 
 
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