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Recensione opera Turandot di Giacomo Puccini al Festival Puccini di Torre del Lago

Maria Cristina Chiaffoni, 20/08/2018

In breve:
Torre del Lago (LU) - Recensione dell'opera lirica Turandot di Giacomo Puccini in scena al Festival Puccini di Torre del Lago il 17 agosto 2018.


LA RIVINCITA MASCHILE NELLA TURANDOT DI TORRE DEL LAGO

E' per me il Festival delle luminose scoperte questo a Torre del Lago!

Questa volta mi ha veramente colpito il tenore franco-tunisino Amadi Lagha un Calaf di riferimento in questa TURANDOT del 17 agosto, ultima affollata recita nel bellissimo gran teatro all'aperto sul lago. Voce piena, svettante dagli acuti sicuri e baldanzosi, canta con il cuore e si sente, ed adopera anche un ottimo controllo del fraseggio arrivando a sfumare, riempire e ridurre ad un sussurro una frase nel famoso e bissato “Nessun dorma” . Una voce da seguire che sono sicura vedremo presto nei grandi circuiti. E questa TURANDOT sembra essere la rivincita del sesso forte sulla crudele fanciulla di ghiaccio.

Molto importanti le voci maschili e ben emesse mentre debolì ed al limite della decenza le voci femminili.

Per me ottima riconferma il luminoso, vitale ed energico Imperatore Altoum di Nicola Pisaniello che dona grande personalità artistica ad un ruolo di fianco.

A volte meno incisivo, ma con un ottimo colore il Timur di Alessandro Guerzoni e buona la resa delle tre maschere Ping, con un personale ma affascinante vibrato, Andrea Zaupa, musicalissimi e buone voci Francesco Napoleoni, Pang e Tiziano Barontini Pong.

Di lusso il Mandarino di Claudio Ottino dalla voce brunita e sicura.

E veniamo alle note dolenti. La TURANDOT di Katerina Kotsou è molto fragile, fuori parte. Il soprano ha una bella voce, morbida, ben emessa ma le manca il peso vocale per sostenere la parte e la zampata da tigre. Vorrei ascoltarla in altre parti più consone.

Inascoltabili la Liu di Ivana Canovic molto debole, sgraziata anche nei movimenti scenici ed addirittura calante nella sua scena finale.

La direzione del M. Martins Ozolins è molto buona, plasma con grande capacità e polso la buona Orchestra del Festival Puccini che rende la partitura pucciniana un affresco di note molto suggestivo.

Abbastanza buono il Coro del Festival Puccini diretto dal M Roberto Ardigò con alcune défaillance nei soprani e nei bassi.

La regia di Alfonso Signorini oscilla tra spunti buoni e momenti inutili come la schiava Liù che suggerisce le risposte degli enigmi al principe.

Certo i costumi di Fausto Puglisi è Leila Freitas sono stupendi come belle e veritiere le scene di Carla Tolomeo.

Il folto pubblico ha festeggiato il tenore ed una serata molto godibile.

 
 
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