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Recensione Galà Verdiano e Galà Rossiniano Arena di Verona

Maria Cristina Chiaffoni, 17/08/2020

In breve:
Verona, 8 e 14 agosto 2020 - Recensione del Galà Verdiano e del Galà Rossiniano in scena all'Arena di Verona


MERAVIGLIE SONORE NELLO SCRIGNO ARENIANO
Continua la ministagione areniana Agostana coraggiosa ed a mio avviso da sostenere ed acclamare. Ho assistito a due gemme di concerti notevoli.

Il primo, sabato 8 agosto, VERDI GALA, emozionante e vibrante sotto la focosa e splendida direzione del maestrissimo, che già al suo salire sul podio scatena l'entusiasmo da autentico leone mattatore del podio, allargando le braccia con un gran significato. Guida gli ottimi complessi areniani (ORCHESTRA E CORO DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA) con mano fermissima e fulminea. Non si perde una nota, un sospiro, una frase ed un fraseggio. Da grande par suo. E si rivolge al pubblico che gli ha interrotto con applausi veementi l'ultimo pianissimo etereo e splendido del coro, rimproverandolo con posata forza . Cosa che sottoscrivo ed approvo. Perche' interrompere la sublime magia di una chiusura cosi ricca di maestria?

Il coro areniano, guidato dal maestro Vito Lombardi, è mirabile negli attacchi di “Oh Signore dal tetto natio” e appunto “Va pensiero" bis anche finale.
Ho preferito le sezioni femminili, molto corrette e musicalissime nelle Streghe del Macbeth, piuttosto dei colleghi maschi nel pur ottimo “Si ridesti il leon di Castiglia". Avrei desiderato più forza, più essenza “maschiosa" (aggettivo rubato al M. Oren…) pur ribadendo i miei concetti dell'articolo precedente.

I solisti sono il soprano Eleonora Buratto, splendida nel fraseggio, nel legato sublime, ma con qualche fissità negli acuti. L'ho molto apprezzata nei duetti di Luisa Miller e di Otello, dove la sua voce trova la veste migliore

Un grande leone della scena è il tenore Francesco Meli. Voce bellissima, musicalissima, omogenea in ogni registro, fraseggio di altissima classe, il tenore genovese si conferma il top di gamma della sua categoria.

Gli fa eco il baritono Luca Salsi altro grandissimo e top della categoria baritoni.Voce brunita, splendida, che ti avvolge in un abbraccio setoso con le sue bronzee suggestioni, dona brividi a chi ascolta anche per il sapiente scavo psicologico di ogni personaggio affrontato.

Tre voci italiane di cui essere assolutamente orgogliosi!

Spumeggiante e con gran finale di fuoco d'artificio e tre bis il ROSSINI GALA andato in scena il 14 agosto.

In coerenza con lo stile effervescente e fantasmagorico del compositore pesarese, il direttore Jader Bignamini, attento e ben posizionato alla guida di Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona sempre ottimi e musicali (tranne qualche defaillance degli ottoni nella stretta finale della sinfonia del Guglielmo Tell).

Il soprano Lisette Oropesa ha una voce ricca di vibrato, agilità sgranate e ricche di suggestione ed un pepe ed una vis comica che mi fa pensare che abbia frequentato Broadway ed il musical

Come splendida nel rondò di Cenerentola, anche se a mio modesto avviso ha cambiato spesso le frasi musicali ponendole in alto anziché scendere, è il mezzosoprano Marina Viotti. Ha una voce molto bella, seppure non molto scura, e grande gestione di fraseggio e musicalità eccelsa.

Il tenore Levy Sekgapane è il tipico tenore contraltino rossiniano: agilità maestrale, voce piccola ma sicura ed acuti saette. Ha entusiasmato in Idreno di Semiramide e nell'aria finale del Barbiere di SivigliaCessa di piu resistere".

I baritoni Mario Cassi e Alessandro Corbelli sono due fuoriclasse. Cassi entusiasma nella Cavatina di Figaro con una voce stentirea ed allo stesso tempo morbida e musicale, con una verve raggiante da mattatore. Corbelli è un gran signore della scena e tratteggia da par suo, avvincendo e divertendo il pubblico nell'aria di Don Magnifico dalla Cenerentola e commovendo con pregnante emozione nel Resta immobile dal Guglielmo Tell.

Insieme donano un momento di altissimo stile rossiniano nel duetto “Un segreto d'importanza“ dalla Cenerentola.

Ottimo e musicalissimo, di gran classe è il basso Roberto Tagliavini, splendido nella Calunnia ed incisivo Mosè nella preghiera finale.

 
 
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