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Recensione Rigoletto di Giuseppe Verdi a Modena

Maria Cristina Chiaffoni, 26/07/2021

In breve:
Modena, il 23 luglio 2021 - Recensione dell'opera lirica Rigoletto di Giuseppe Verdi in scena nel magnifico Cortile d'Onore del Palazzo Ducale di Modena, sede dell'Accademia Militare dell'Esercito Italiano.


Primo applauso della serata va alla lodevolissima collaborazione tra Accademia Militare di Modena e la Fondazione Teatro Comunale di Modena voluta fortemente dal Direttore Artistico e fine musicista il Maestro Aldo Sisillo, direttore d'orchestra, compositore e fine conoscitore di voci. In questa Italia che a fatica si sta sollevando da una pandemia senza fine, un ottimo segnale di ripresa culturale!

In scena nel magnifico Cortile d'Onore del Palazzo Ducale di Modena, sede dell'Accademia Militare dell'Esercito Italiano, è andato in scena un Rigoletto già visto e recensito al teatro Abbado di Ferrara. E' stato uno spettacolo onesto con alcuni diamanti tra artisti principali e comprimari, ed altri meno preziosi, ma sempre ottimi professionisti.

Inizierei a mettere in evidenza le gemme: in primis chi ha sostenuto brillantemente e con ottimo scavo e ricerca dei colori e del fraseggio, donando una sua personalissima impronta allo spettacolo per la parte musicale, mi riferisco al direttore d'orchestra Alessandro D'Agostini. Lo ha validamente e fedelmente seguito l'Orchestra Filarmonica Italiana, donando all'ascolto un'esecuzione ottima senza alcuna sbavatura.

Il suono raggiante, sempre a fuoco, con acuti baldanzosi ed ottimamente emessi e tenuti, la giusta interpretazione di protervia e sicurezza, fanno del tenore Stefan Pop il vero trionfatore della serata. Manca solo il phisique du role per decretare un Duca di Mantova di riferimento, ma chi scrive non ritiene indispensabile tale requisito. L'opera lirica è musica in scena e a una bella voce che canta assai bene si perdona un fisico non da attore del cinema.

Daniela Cappiello si riconferma una splendida Gilda, omogenea e soave in ogni registro, dal medio morbido e sonoro all'acuto ben dipanato e lanciata alle stelle ai siderali sovracuti, emessi con estrema facilità e sicurezza. Ottima anche nel lato interpretativo, delinea una Gilda virginea e soave, ma non certo sottomessa e sotto sotto un po' ribelle.

Sensuale, con belle gambe in vista ed ottimo registro contraltile la Maddalena di Antonella Colaianni, che ha dato spessore e fuoco ad un personaggio chiave nell'opera verdiana.

Nei comprimari notevole la prova del mezzosoprano Barbara Chiriaco', materna ed ambigua Giovanna, sicura musicalmente e dalla bella voce oltre che buona attrice.

Tra i preziosi metto anche il Coro Lirico di Modena, istruito dal M. Stefano Colo', belle voci, ben calibrate tra loro e con suono unico senza sforature. Ottime tutte le sezioni e disinvolti anche in scena.

Fuori dalla sezione gemme preziose inserisco ottimi professionisti, ma che non arrivano a dare peso e carisma ai loro personaggi.
Il protagonista, Devid Cecconi, che con voce brunita, ma non incisiva e tanta freddezza interpretativa ha donato un Rigoletto sottotono, privo degli slanci rabbiosi e dei momenti di lirico abbandono che dovrebbero caratterizzare il personaggio. L'artista, comunque molto ragguardevole musicalmente, non ha dato spessore e sangue al gobbo buffone.

Sparafucile nella persona del basso Ramaz Chikviladze aveva il giusto phisique du role (sembrava un po' l'orco Shrek), ma la voce non risuonava possente ed oscura come il nostro orecchio è abituato a percepire. Degno di nota comunque il fa grave tenuto a lungo nel duetto con il protagonista.

Pallido come resa vocale e scenica il Monterone di Felipe Oliveira, qualche volta anche non molto in sintonia con l'orchestra.

Musicali, ma dignitosi e niente più si sono rivelati il Borsa di Roberto Carli, il Ceprano di Luca Marcheselli, la Contessa di Ceprano di Maria Komarova e l'Usciere di corte di Paolo Marchini. Poco gradito è stato il Marullo di Marcandrea Mingioni, invece molto carina, nel suo breve intervento, si è mostrata Matilde Lazzaroni nei panni del paggio.

La regia di Fabio Sparvoli è tanto “vorrei ma non posso”, molto banale, potrebbe offrire buoni spunti innovativi, ma sembra non avere il coraggio di svilupparli. Tetri, anche se di effetto e gradevoli, i costumi di Alessio Rosati, mentre le scene di Giorgio Ricchelli sono ben studiate e colpiscono con suggestione, anche grazie alle luci crude ed efficaci di Vinicio Cheli.

E' stato uno spettacolo gradito e apprezzato dal sempre competente e abbastanza numeroso pubblico modenese presente.

RIGOLETTO
Opera di Giuseppe Verdi, in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave
ispirato al dramma Le roi s'amuse di Victor Hugo

Il Duca di Mantova Stefan Pop
Rigoletto Devid Cecconi
Gilda Daniela Cappiello
Sparafucile Ramaz Chikviladze
Maddalena Antonella Colaianni
Giovanna Barbara Chiriacò
Il Conte di Monterone Fellipe Oliveira
Marullo Marcandrea Mingioni
Matteo Borsa Roberto Carli
Il Conte di Ceprano Luca Marcheselli
La Contessa di Ceprano Maria Komarova
Un usciere di corte Paolo Marchini
Un paggio della Duchessa Matilde Lazzaroni
Direttore Alessandro D'Agostini
Regia Fabio Sparvoli
Scene Giorgio Ricchelli
Costumi Alessio Rosati
Luci Vinicio Cheli
Regista assistente Giovanna Spinelli
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro Lirico di Modena
Maestro del coro Stefano Colò
Foto Paolo Guerzoni

 
 
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