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Recensione opera lirica Ernani di Giuseppe Verdi al Teatro Filarmonico di Verona

Sergio Gavioli, 21/12/2025

In breve:
Verona, il 17 dicembre 2025 - Recensione dell'opera lirica Ernani di Giuseppe Verdi in scena al Teatro Filarmonico di Verona.


Un Ernani “cubista” incanta il filarmonico.

Torna dopo un'assenza durata vent'anni l'opera giovanile più romantica di Verdi.

Ernani è una delle opere "cardine" del percorso creativo del musicista con la quale inaugura la sua cifra stilistica che, con inesauribile progressione, lo condurrà fino ai capolavori della vecchiaia. Siamo nel 1844. Verdi dopo I lombardi alla Prima Crociata, che segna il limite della sua prima parte della carriera, era alla ricerca di nuove strade da percorrere che portassero ad una innovazione del suo stile.

Le prime quattro opere erano, per lo più, ispirate a modelli compositivi dei primi anni dell'800 che avevano in Rossini, Bellini e Donizetti i rappresentanti più illustri.

Si rendeva, quindi, necessario un cambiamento.

Infatti, è proprio in quegli anni che Verdi non dopo lunghe ed estenuanti ricerche e scartando altri soggetti si concentro' su “Hernani”, dramma teatrale di Victor Hugo che, a giudizio del Compositore, era ideale per una trasposizione musicale. Vicende incalzanti, molta azione, sentimenti forti. L'”Hernani” era stato rappresentato a Parigi nel 1830 ed aveva colto un successo clamoroso.

I nobili personaggi protagonisti sono combattuti tra Amore ed Onore e, in nome di questi sacri principi, si trasformano, a dispetto dell'alto lignaggio, in uomini straordinariamente egoisti, possessivi, disposti a tutto pur di trionfare sui potenti.
Ernani di Giuseppe Verdi - Filarmonico di Verona 2025
In questa messa in scena, pensata da Stefano Poda, ormai nel novero dei piu importanti registi d'opera del nostro tempo, e che, oltre alla regia, cura i costumi le scene.

Nulla è come prima nei suoi allestimenti, le atmosfere tetre cupe i soffiti a cassettoni, i costumi ridondanti di sete, velluti, pizzi e merletti, le spade, i cappelli piumati sono solo un vecchio ricordo.

Niente ha piu le sembianze del “classico” ma si trasfigura in forme geometriche come i cubi, anche tramati da decorazioni abbaglianti, che ricordano i segmenti di un microchip, le colonne corinzie del primo atto, specchi, che incombono sulla scena e che lasciano lo spettatore annichilito e dubbioso.

La scatola scenica nella quale si svolge la trama rappresenta la divisione tra due mondi: (cit.)"un bassofondo di rovine - queste rimandano al passato - e uno spazio astratto, tecnologico, moderno."
Ernani di Giuseppe Verdi - Filarmonico di Verona 2025

I due mondi rappresentano simbolicamente gli opposti che giungeranno a sintesi solo attraverso gli elementi tipici dell'opera, cioè la danza, il movimento, la parola cantata”.

Non a caso, nella prima scena dell'opera campeggia la scritta “LA BATTAILLE D'HERNANI” , sintesi della diatriba tra passato e futuro nel teatro. Che tanto ha infiammato le serate di rappresentazione della pièce teatrale di V. Hugo .

Oltre ad uscire da un modello di narrazione drammaturgica incentrata su uno strettissimo rapporto tra il testo e l'azione scenico coreografica, i protagonisti vengono investiti di una resposabilità ulteriore, oltre quella gia notevole di sostenere il ruolo vocalmente, che è quella di sublimare le emozioni in movimento.

Districarsi da un groviglio di lacci e quasi presa a guinzaglio, come succede a Elvira nella famosa aria “ Ernani involami", oppure stare in bilico su una pedana rotante dalla quale ”Silva” nella cabaletta del primo atto "Infelice!... e tuo credevi!" esplode colpi di pistola uccidendo decine di malcapitati figuranti, che in modo del tutto normale resuscitano nelle scena seguente, sono solo pochi esempi di cio' che il regista chiede ai sui interpreti.
Ernani di Giuseppe Verdi - Filarmonico di Verona 2025


Per questo, quando ci caliamo nell'ascolto dell'opera tutti i tasselli del puzzle vanno automaticamente al loro posto, la grande musica di verdi mette tutto a suo posto.

Ascoltando semplicemente quest'opera nella messa in scena dal teatro filarmonico si nota innanzitutto una coerenza interpretativa ed una omogeneità di intenti che il maestro Arrivabeni ha ben condotto durante tutto il corso dell'opera.

Le tinte scure, gli slanci romantici, i ritmi incalzanti tipici di un verdi ancora non del tutto smaliziato hanno fatto da contraltare a sonorità soffuse, filati struggenti e sospensioni di suono quasi crepuscolari.
Molto bene anche per quello che riguarda gli equilibri palcoscenico-buca sia con il coro, che forse in qualche occasione data la profondità della scena risultava un po in ritardo, che con i solisti, i quali hanno avuto buon vivere da una trama sonora congeniata attentamente da una preparatissima orchestra .

E così, il tenore Antonio Poli, nel ruolo di Ernani, aristocratico bandito nonché malcelato nobile decaduto, trascende gli stilemi classici per approdare ad una nuova idea di eroe romantico.
Ernani di Giuseppe Verdi - Filarmonico di Verona 2025


Il suo timbro squillante quasi fragoroso è sempre assolutamente a fuoco durante tutta l'opera, in particolare nella celebre aria “come rugiada al cespite” paradigmatico esempio di tecnica, musicalità, vocalità espressa ai massimi livelli. E, al contrario, cambia di intensità emotiva, si contrae e diventa sensuale e dolente quando nel finale, al momento di sottostare al giuramento e di togliersi la vita, invece di pugnalarsi, in maniera simbolica, strappa una pagina del libro che tiene in mano.

Olga Maslova, al debutto in terra veronese, ci pare alquanto a suo agio nel ruolo di Elvira, caratterizzata sempre da una presenza scenica notevole e da un emissione vocale che reagisce perfettamente alle sollecitazioni sonore proposte dal direttore, preparatissima nella tecnica sopraffina. I suoi cambiamenti di registro ne sono un tratto distintivo. Emblema ne è l'aria del primo atto "Ernani, Ernani involami", nella quale Elvira supplica Ernani di rapirla per non sottostare al matrimonio con Silva.

Vitalij Kowaljow ha dato vita ad un Don Ruy Gomez de Silva rancoroso, con la sua inconfondibile trama scura di voce inappuntabile nel fraseggio mai sopra le righe e sempre dentro un personaggio che difficilmente si lascia sfuggire di mano.

E finalmente Amartuvshin Enkhbat, nel ruolo di Carlo V ,ormai di casa a Verona e che non ha proprio bisogno di presentazioni, le sue interpretazioni lasciano sempre annichilito lo spettatore per una presenza scenica imponente quasi che offuschi i suoi colleghi: una vocalità esuberante in ogni parte del registro a tratti squillante, a tratti vacua e soffusa, fine e maestosa al contempo, una tecnica impeccabile ed una musicalità fuori dal comune sono ormai tratti distintivi del suo personaggio.
Ne sono un esempio le arie “Oh, de' verd'anni miei” e “Vieni meco, sol di rose”.

Hanno compleatato il cast Elisabetta Zizzo (Giovanna), Saverio Fiore (Don Riccardo), Gabriele Sagona (Jago), che hanno meritato il riconoscimento del pubblico a fine rappresentazione.

 Verona | Teatro Filarmonico | 17 dicembre 2025, ore 19
Fondazione Arena di Verona - Stagione d'Opera 2025

ERNANI
Dramma lirico in quattro atti di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave dal dramma di Victor Hugo

Ernani - Antornio Poli
Don Carlo - Amartuvshin Enkhbat
Silva - Vitalij Kowaljow
Elvira - Olga Maslova
Giovanna - Elisabetta Zizzo
Don Riccardo - Saverio Fiore
Jago Gabriele - Sagona

Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Roberto Gabbiani

Direttore Paolo Arrivabeni

Regia, scene, costumi, luci Stefano Poda | Assistente a regia, scene, costumi, luci Paolo Giani Cei | Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
ph.©Ennevi Fondazione Arena

 
 
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