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» Recensione del Così fan tutte di Mozart al Teatro Massimo di Palermo

Gigi Scalici, 18/06/2009

In breve:
14/06/2009 - "La scola degli amanti" non soddisfa pienamente, pur riconoscendo distinte qualità vocali ed interpretative delle due coppie del cast principale, nell'edizione del Massimo di Palermo, con ripresa dell'Allestimento della Israeli Opera di Tel Aviv e della Fondazione Arturo Toscanini.


In questa produzione sembra mancare la raffinatezza sinfonica e l'eleganza dello stile di teatro mozartiano in singspiel di una partitura apparentemente semplice ma molto variegata, a causa delle voci non propriamente adeguate, soprattutto nei ruoli di Fiordiligi e Dorabella, note giovani artiste in carriera.


Così fan tutte - Fiordiligi, Dorabella e Despina


Da Fiordiligi ci si aspetta un timbro lirico e chiaro nello stesso tempo, invece Maria Luigia Borsi, dal particolare bel timbro, dalla buona estensione e dalla facile emissione, è un po' cupa e poco agile dove si richiede più leggerezza e spesso con dizione incomprensibile, anche nei recitativi. Rincresce, perché la giovane soprano è un'ottima acclamata interprete di vasto repertorio, ma probabilmente è più a suo agio nei ruoli melodrammatici (ottima infatti la sua Desdemona di Salisburgo con la direzione di Muti).

Non di meno Elena Zhidkova, giovane noto mezzosoprano russo specialista del repertorio tedesco, dal colore troppo drammatico e scuro per il ruolo: sembra di ascoltare un'eroina wagneriana o verdiana, piuttosto che la sorella Dorabella di Fiordiligi, dalla dizione quasi sempre incomprensibile, nonostante la buona estensione ed il volume non indifferente.
Ben eseguite tuttavia “Come scoglio” di Fiordiligi e “Un'aura amorosa” di Dorabella.
In buona sostanza, due artiste di qualità vocali ed interpretative notevoli ma non efficacemente adeguate per quest'opera.

E' ben noto che Così fan tutte, scritta da Mozart in circa tre mesi dopo Don Giovanni e Le nozze di Figaro - terza della trilogia italiana su libretto di Lorenzo Da Ponte ed ultimo dramma giocoso - non è meno considerevole delle altre due. Dal libretto oggi certamente banale, ma assolutamente spinto per il 1790, anche se frivola è ricca di belle pagine liriche e di recitativi impegnativi, cui non dovrebbe mancare il dominio vocale degli interpreti associato alla ricchezza dell'insieme sinfonico orchestrale.

Dei due soldati fidanzati si distingue particolarmente il Guglielmo di Vincenzo Taormina, giovane baritono dal bel timbro chiaro, esteso e sicuro, adeguatissimo al personaggio; ottimo in “Donne mie la fate a tanti”.
Così fan tutte - Guglielmo, Ferrando e Don Alfonso

Un po' giù di tono invece il Ferrando dell'altrettanto giovane tenore leggero russo Maxim Mironov, dal naturale vibrato d'altri tempi, non tanto gradito oggi.

Interprete più adeguato al ruolo, Andrea Concetti nelle vesti del vecchio filosofo scapolo, noto ed esperto bass-baritone di esperienza pluriennale internazionale, specialista dei personaggi mozartiani e rossiniani, ma merita un particolare plauso anche la giovanissima Laura Giordano-Despina, soprano lirico leggero dalle indubbie qualità vocali, sia per brillantezza, sia per chiarezza di linguaggio che per agilità: pienamente all'altezza di “Una donna a quindici anni” . Simpatici i suoi buffi travestimenti da medico e da notaio. Sarebbe destinata ad una sicura bella carriera.

L'orchestra sembra non assecondare compiutamente in talune circostanze la direzione – senza bacchetta - dell'esperto mozartiano di affermata esperienza internazionale, l'olandese Hubert Soudant, dai tempi piuttosto sostenuti e dai bei colori vivaci.
Applauditissima tuttavia la famosa ouverture dalla buona concertazione, sin dalle prime note dell'oboe, alle cadenze, alle note del recitativo. Buono il coro ridotto di circa venti unità, diretto da Andrea Faidutti.

La regia affidata a Marco Gandini con la scenografia semplicemente moderna di Italo Grassi, semi fissa per i due atti, con in primo piano lo studio in stile classico del vecchio filosofo e con due pareti ad angolo, chiare tipo componibili, in cui secondo le scene si aprono dei sipari laterali, da una parte l'interno della casa di Don Alfonso, dall'altra l'esterno per l'ingresso dei personaggi.
Belli i costumi di Silvia Aymonino, alquanto misurati, colpisce però la licenza registica per il particolare dei berretti tipo Carabinieri dei due soldati ed il loro successivo travestimento tipo Corazzieri, piuttosto che da albanesi.


Così fan tutte - Scena


Spettacolo, con due atti di circa 85 minuti ciascuno, comunque applaudito in tutte le sezioni pur senza gran pienezza, nonostante la monotonia di qualche minuto, forse anche a causa dell'incipiente caldo estivo, almeno per quanto riguarda questa replica domenicale cui ci si riferisce.

Gigi Scalici
 

 
 
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