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» Recensione opera Il campanello di G. Donizetti al Comunale di Firenze

Silvia Cosentino, 07/01/2010

In breve:
23/12/2009 - Gradevolissimo doppio appuntamento pre-natalizio per il Maggio Musicale Fiorentino: dal 5 al 24 dicembre il palco del Teatro Comunale ha visto protagonisti, in serata unica, il balletto Carmen Suite e la farsa donizettiana Il Campanello, offrendo così circa due ore di piacevole intrattenimento.


(Clicca sulle immagini per allargarle - Foto per gentile concessione del Teatro Comunale di Firenze)

Il Campanello di Gaetano Donizetti al Teatro Comunale di Firenze - Dicembre 2009 Gradevolissimo doppio appuntamento pre-natalizio per il Maggio Musicale Fiorentino: dal 5 al 24 dicembre il palco del Teatro Comunale ha visto protagonisti, in serata unica, il balletto Carmen Suite e la farsa donizettiana Il Campanello, offrendo così circa due ore di piacevole intrattenimento.

Il Campanello di Gaetano Donizetti al Teatro Comunale di Firenze - Dicembre 2009 Nella prima parte della serata, i passi di danza sono ispirati al capolavoro di Georges Bizet nella versione del coreografo cubano Roberto Alonso, datata 1967 e ripresa da Victor Barykin; sulle note della partitura rivisitata da Rodion Å čedrin, alquanto stemperata da quella tensione drammatica presente nell'originale, la vita e la morte della celebre zingara assumono i tratti di una quotidiana, infuocata corrida. Interpretata dall'étoile Eleonora Abbagnato, Carmen affronta e ama sia Don José (Jean-Sébastien Colau) sia Escamillo (Bruno Milo), dovendo però fare i conti con un'altra onnipresente figura fasciata di nero: quel funesto Destino (Sabrina Vitangeli) fin dall'inizio interrogato e sfidato, ineluttabile presagio di morte. Di forte impatto la scenografia, un emiciclo d'arena dominato da brillante sfondo rosso e sovrastato da un toro stilizzato su una sorta di stendardo calato dall'alto.

Il Campanello di Gaetano Donizetti al Teatro Comunale di Firenze - Dicembre 2009 L'ora successiva offre distensione e divertimento grazie a una tra le numerose, e poco conosciute, farse di Gaetano Donizetti: chiamato anche Il Campanello di notte o Il Campanello dello speziale, questo piccolo gioiello nasce nel 1836 e viene rappresentato il 1 giugno dello stesso anno per risollevare le sorti del Teatro Nuovo di Napoli. Traendo spunto dal vaudeville Le sonnet de la nuit e mantenendo un forte richiamo alla tradizione partenopea, il maestro bergamasco compone musica e parole di un'agile pièce, in cui le poche arie si alternano a parti di prosa dialettale. Data l'entusiastica accoglienza da parte di pubblico e critica, Il Campanello assume in seguito le caratteristiche di operina buffa, assumendo tratti “universali” grazie alla traduzione italiana della parte affidata al basso e al passaggio da prosa a recitativo. Donizetti aggiunge inoltre l'esilarante aria con risposte Nº4 bis Mio signore venerato, in cui le abilità comiche dei due protagonisti maschili sono espresse alla massima potenza.

Il Campanello di Gaetano Donizetti al Teatro Comunale di Firenze - Dicembre 2009 Interessante notare come proprio questa opera, nata per salvare il lavoro della compagnia napoletana e rappresentata solo una volta nell'edizione 1948 del Maggio, sia stata scelta come banco di prova finale per i Corsi di Alta Formazione per Cantanti Lirici e di Specializzazione per Scenografi di Maggio Fiorentino Formazione. Per questo, la messinscena diretta da Jean-Louis Grinda non è solo piacevole occasione per assistere a un'opera poco rappresentata, ma anche momento di confronto con il pubblico per gli allievi che hanno preso parte ai due progetti.

Il Campanello di Gaetano Donizetti al Teatro Comunale di Firenze - Dicembre 2009 Guidati da Raffaele Del Savio, i giovani scenografi realizzano una struttura elegante e dinamica: l'ampio ambiente in primo piano, dominato da una tavola imbandita per festeggiare il matrimonio dell'anziano speziale Don Annibale Pistacchio con la bella e giovane Serafina, è separato dallo sfondo tramite eleganti balaustre, gradini, colonne e archi. Una struttura a scorrimento verticale crea una trasparenza sul secondo piano, sede di divertenti festeggiamenti carnevaleschi e dei frenetici travestimenti del giovane Enrico, cugino e segreto innamorato di Serafina, impegnato nottetempo a evitare che il matrimonio venga consumato. In continuo movimento tra la bottega e la camera da letto, ambienti stilizzati dai colori vivaci ed emergenti dai lati opposti della scena, Don Annibale non riesce a conoscere biblicamente la sposina, poiché continuamente trattenuto dal campanello suonato da improbabili avventori alla ricerca di strampalati rimedi farmaceutici. Giunto il mattino, allo speziale non resta altro che salire in carrozza e partire per una lunga trasferta romana di lavoro: chissà che, frattanto, data l'evidente invalidità del matrimonio, Enrico non riesca a fare sua l'amata Serafina!

Il Campanello di Gaetano Donizetti al Teatro Comunale di Firenze - Dicembre 2009 Sostenuti dall'Orchestra e Coro del Maggio, dai Maestri Fabrizio Maria Carminati e Piero Monti, i cantanti allievi del corso si muovono con disinvoltura nell'interpretazione dei personaggi assegnati; tra tutti spicca il baritono Mauro Bonfanti, abile e divertente in quella che risulta essere la parte più delicata e virtuosistica, dati gli esilaranti travestimenti di Enrico (un damerino francese, un cantante senza voce e l'anziano marito di una donna affetta da una misteriosa malattia), giocati sull'accentuazione degli elementi farseschi: il plurilinguismo, la spiccata gestualità, il ritmo frenetico di entrate e uscite. Non convince del tutto il basso Salvatore Salvaggio, un Don Annibale a tratti affaticato nel canto e poco in armonia con l'orchestra.
A completare il cast, il soprano Irene Favro nel ruolo di Serafina, il soprano Kamelia Kader in quello di Madama Rosa e il tenore Roberto Jachini Virgili nei panni del giovane di bottega Spiridione.

Il Campanello di Gaetano Donizetti al Teatro Comunale di Firenze - Dicembre 2009 La trama è lineare, in qualche modo prevedibile, i personaggi sono piuttosto caratteri, maschere che individuano specifiche tipologie umane; la musica non regala passaggi memorabili, quanto una carezzevole alternanza di gradevoli arie alternate a lunghi recitativi accompagnati dal fortepiano. Il tutto è deliziosamente concepito per una risata genuina, per un'efficiente ed elegante macchina comica destinata a far trascorrere un'ora di evasione, intento che questo allestimento sa intercettare e sviluppare con successo.

 
 
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