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»Recensione opera Werther di Massenet Teatro Regio di Parma

William Fratti, 09/07/2010

In breve:
Parma, 27/04/2010 - Il teatro Regio di Parma chiude la Stagione Lirica 2010 con la rappresentazione di Werther, opera musicata da Jules Massenet.




Il celebre dramma di Goethe musicato da Jules Massenet chiude la Stagione Lirica 2010 del Teatro Regio di Parma, con il debutto del tenore Francesco Meli nel ruolo di Werther ed il ritorno del mezzosoprano Sonia Ganassi nei panni di Charlotte, guidati dall'esperta bacchetta di Michel Plasson alla guida dei complessi artistici della città emiliana.

L'allestimento proveniente dal Teatro dell'Opera Giocosa di Savona non piace al pubblico parmigiano, che boccia le scene bianche e spoglie di Alessandro Chiti nello spettacolo minimalista firmato da Marco Carniti, con una reazione prevedibile, considerato l'amore per la tradizione degli spettatori ducali. I costumi di Giusi Giustino restano nel segno della consuetudine, mentre le belle luci suggestive di Paolo Ferrari azzardano ambientazioni molto colorate, in linea con gli stati d'animo dei protagonisti, col solo peccato di alcuni passaggi di sfumatura non perfettamente puliti.

Francesco Meli
debutta il difficile e lungo ruolo del giovane artista ed è un vero trionfo. Il tenore genovese, fin dalle prime frasi "Je ne sais si je veille ou si je rêve encore! Tout ce qui m'environne a l'air d'un paradis" mostra innanzitutto una grande eleganza, certamente derivante dalla preparazione belcantista, una vocalità particolarmente luminosa, che privilegia sempre la bellezza del suono, oltre ad un eccezionale controllo dei fiati e della respirazione, che gli permette di emettere dei filati e delle mezzevoci straordinarie, addirittura qualche falsetto. Il personaggio è reso molto bene, emotivamente carico di amore, di stupore e di strazio interiore nella prima parte, fino a consumarsi completamente di desiderio e passione nella seconda. L'ingresso in terzo atto ed il conseguente duetto con Charlotte è molto intenso, per terminare con "Pourquoi me réveiller", dove la linea di canto di Francesco Meli è perfettamente morbida ed omogenea col resto della scena, mai spinta verso i forti o gli acuti naturali, con una chiara attenzione sempre alla raffinatezza e al gusto del canto, all'uso dei colori e alla bellezza di ogni singola nota. L'augurio è che questo giovane ed importante artista italiano, classe 1980, continui ad intraprendere delle scelte atte a valorizzare la straordinarietà delle sue doti naturali e della sua preparazione tecnica, senza voler inseguire delle chimere, ciಠche purtroppo è accaduto a molti suoi colleghi.

Sonia Ganassi
è stata Charlotte sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma già nel 1999, accanto a Giuseppe Sabbatini nell'allestimento dell'Opera di Roma firmato da Alberto Fassini. Il mezzosoprano reggiano torna all'amato repertorio francese con l'eleganza che sempre la contraddistingue, portando sulle scene un personaggio discreto e misurato nella prima parte, per lasciarsi andare ad un ardore sempre più intenso e lancinante nel terzo atto, che si apre con la celebre aria delle lettere "Je vous écris de ma petite chambre… Des cris joyeux d'enfants". La voce di Sonia Ganassi si fa puntualmente scura ove occorre senza mai ingrossare, alla ricerca di uno stile che sia continuamente di classe, pur avvolto dal trasporto e dal dolore di Charlotte. Il sapiente uso dei chiaroscuri l'accompagna anche nelle arie successive, prima triste e abbandonata alla sofferenza in "Va! Lasse couler mes larmes", poi angosciata e disperata nella preghiera " Ah! Mon courage m'abandonne!".

I due protagonisti sono affiancati dalla Sophie di Serena Gamberoni, moglie nella vita di Francesco Meli, dotata di voce limpida e particolarmente adatta al ruolo, che risulta essere credibile e ben interpretato. Il duetto con Charlotte è eseguito con la giusta vivacità, come pure l'arietta "Ah! Le rire est béni, joyeux, léger, sonore!" in cui la vocalità del soprano si mostra perfettamente adeguata alla parte.

Giorgio Caoduro
è un Albert dalla voce salda, sicura e brillante, subito manifestata nel dettino con Sophie e nella successiva aria "Elle m'aime! Elle pense à moi!". Il personaggio è interessante e ben delineato, mai spinto verso inutili eccessi.

Accanto ai giovani protagonisti sono Michel Trempont nei panni di un efficace Borgomastro, i simpatici Nicola Pamio e Omar Montanari nei rispettivi ruoli di Schmidt e Johann, Azusa Kubo e Seung Hwa Paek in quelli di Kätchen e Brühlmann.

Michel Plasson dirige l'Orchestra del Teatro Regio di Parma con incredibile raffinatezza, donando alla partitura colori emozionanti, soprattutto in terzo e quarto atto, dove le melodie toccanti di Massenet sono eseguite con abilità e maestria, trasporto e sentimento. Un perfetto equilibrio tra la buca ed il palcoscenico contribuisce a rendere ancor più eccellente la direzione del Maestro parigino.

Molto buona è anche la prova del Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma guidato da Sebastiano Rolli.

 
 
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