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PER LA PRIMA VOLTA A PISA "IL RATTO DAL SERRAGLIO"

Maria Valeria Della Mea, 16/12/2010

In breve:
L'opera di scena al Teatro Verdi sabato e domenica, terzo titolo della Stagione Lirica. Dirige Jonathan Webb, regia, scene, costumi e luci di Gabbris Ferrari; nella compagnia di canto, il basso Bjarni Thor Kristinsson (Osmin), il tenore Paolo Fanale (Belmonte) e il soprano Gabriella Costa (Kostanze).


Die Entfűhrung aus dem Serail (Il Ratto dal Serraglio), l'opera che Mozart compose all'età di ventisei anni e che è considerata il suo primo grande capolavoro, giunge finalmente a Pisa (e per la prima volta nella storia della città visto che, inspiegabilmente, non era mai stato rappresentato fino ad oggi).
Terzo titolo della Stagione Lirica, è di scena al Teatro Verdi sabato 18 dicembre alle ore 20.30 e domenica 19 dicembre alle ore 16, nel nuovo allestimento del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, coprodotto con il Teatro di Pisa e il Teatro Sociale di Rovigo.

Die Entfűhrung aus dem Serail è uno dei più celebri Singspiel: di quella forma popolare, amata nel mondo germanofono e mista di prosa e canto, questo capolavoro è senz'altro l'episodio maggiore, in cui Mozart è riuscito a mutare in un batter d'occhio l'intero assetto di una tradizione, riscrivendone le strutture con esiti sorprendenti e dando inizio alla vera rivoluzione dell'opera che approderà alla concezione del dramma musicale.

La trama, elaborata da Johann Gottlieb Stephanie sulla base di un precedente testo di Christoph Friedrich Bretzner , è nota: la vicenda ha inizio quando Belmonte giunge in Turchia, al palazzo del Pascià, per liberare la fidanzata Konstanze, una giovane e bella spagnola rapita dai pirati e venduta come schiava insieme alla sua ancella inglese Blonde e all'innamorato di quest'ultima Pedrillo … Da qui prende il via un intrigo rocambolesco che sfocerà poi nell'inevitabile lieto fine, dovuto alla magnanimità del Pascià Selim. Il meccanismo della vicenda si basa su un perfetto sistema di simmetrie, tra momenti di pathos e altri schiettamente comici, che coinvolgono la figura esilarante di Osmin, guardiano dell'harem, troppo attratto dal vino e perennemente sbeffeggiato.

Di primissimo piano la compagine artistica di questa nuova coproduzione, caratterizzata da un'atmosfera fiabesca, dove sul piano scenografico evidenti sono i richiami alle Città invisibili di Italo Calvino e al mondo onirico de Le Mille e una Notte.

Sul podio, il celebre direttore inglese Jonathan Webb, che il pubblico del Teatro Verdi ha avuto più volte modo di apprezzare; regia, scene, costumi e luci sono di Gabbris Ferrari, tra i protagonisti di primo piano della vita teatrale fin dagli anni '70, pittore di talento, già direttore dell'Accademia di Belle Arti di Urbino ed oggi direttore artistico del gruppo teatrale "Minimiteatri" e docente di Scenografia per l'Accademia delle Belle Arti di Bologna.

Di assoluto valore la compagnia di canto con lo straordinario basso islandese Bjarni Thor Kristinsson (Osmin) che, fra l'altro, nel 2007 fu applauditissimo al Teatro La Fenice di Venezia nella parte di Fafner nel Siegfried di Wagner per la direzione di Jeffrey Tate e la regia di Robert Carsen.

Nella parte di Belmonte è impegnato il giovanissimo tenore Paolo Fanale, che canterà prossimamente all'Opera di Berlino sotto la direzione di Daniel Barenboim, mentre al soprano Gabriella Costa, raffinata e sensibile interprete mozartiana, è affidata la parte di Konstanze.

Nelle parti di Blonde e Pedrillo due cantanti specialisti dei rispettivi ruoli, Sabrina Vianello e Krystian Adam, mentre i ruoli parlati sono affidati agli attori Andrea Zanforlin (Pascià Selim) e Mariano Carlini, nei panni del marinaio Klaas, una parte che in molti allestimenti del Ratto viene amputata.

Completa il cast Abdellah Macasuba nei panni del Servo muto. Nel golfo mistico l'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta; Coro del Teatro Sociale di Trento, diretto da Luigi Azzolini

Per informazioni:

Teatro di Pisa
tel 050 941111

 
 
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