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» Recensione opera lirica Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti al Verdi di Trieste

William Fratti, 23/06/2011

In breve:
Trieste, 16 giugno 2011 - Il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste conclude la Stagione Lirica 2010-2011 con Lucia di Lammermoor: molto buono il cast di interpreti, meno convincenti la direzione, la regia, le scene e i costumi.


Il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste conclude la Stagione Lirica 2010-2011 con una ben poco dignitosa esecuzione di Lucia di Lammermoor, molto lontana dalla tendenza degli ultimi anni che vuole un ritorno del melodramma alla partitura originale. Il recente orientamento di molti teatri di ripulire le opere più popolari dai tradizionalismi, che nel corso del tempo le hanno sempre più allontanate dalla concezione autentica del loro compositore, è completamente ignorato da questa edizione triestina: la prima aria di Raimondo “Ebben? Di tua speranza… Deh, cedi, o più sciagure… Al ben de' tuoi qual vittima” e il celebre duetto della torre “Orrida è questa notte… Qui del padre ancor s'aggira… O sole più rapido a sorger t'appresta” sono tagliati, come quasi tutte le seconde strofe e pressoché tutti i da capo.

Silvia Della Benedetta e Giorgio Caoduro in Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti in scena al Teatro Verdi di Trieste - Stagione Lirica 2011Lo spettacolo firmato da Giulio Ciabatti è molto noioso, non dice nulla di diverso da ciò che già si conosce ed è evidente la sua mancanza di idee, di intenti e di nuovi spunti drammatici, in quanto i protagonisti si muovono ognuno per conto proprio, senza coesione, dimostrando che hanno dovuto interpretare i rispettivi ruoli attingendo dalle proprie pregresse esperienze personali. Le stesse note di regia pubblicate sul libretto, dove si legge una certa poesia in parte toccante, non aggiungono alcunché alla già nota storia di Scott.

Le scene di Pier Paolo Bisleri danno un impatto molto positivo all'apertura del sipario, ma si rivelano presto molto monotone – perfettamente in linea con la noia della regia – e l'unico elemento visivamente accattivante – il pavimento – si dimostra presto essere un ambiente ostile, che tiene i cantanti costantemente in bilico per tutta l'opera, come se stessero camminando sugli scogli.

Più gradevoli sono i costumi ottocenteschi di Giuseppe Palella, mentre le luci di Nino Napoletano passano inosservate: non disturbano, ma nemmeno danno quel minimo di suggestione che ci si aspetterebbe.

La direzione di Julian Kovatchev è una delle peggiori che si sia mai sentita. Oltre ai già citati cuci e ricuci, il suono è sempre forte, mai elegante, senza cromatismi, non un colore, non una sfumatura, quasi mai in accompagnamento alle belle voci dei solisti. Sembra che diriga una banda di paese in piazza. Complice anche l'Orchestra del Teatro Lirico Giuseppe Verdi, un po' svogliata e dozzinale.

Silvia Della Benedetta in Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti in scena al Teatro Verdi di Trieste - Stagione Lirica 2011Il ruolo della protagonista calza a pennello a Silvia Dalla Benedetta, che dimostra, come di consuetudine, una padronanza tecnica pressoché perfetta. La tradizione ha per lungo tempo spostato l'attenzione verso la scena della pazzia, mentre il soprano vicentino sa riportare “Regnava nel silenzio” al suo antico splendore, con la pienezza di suono e le agilità che questa cavatina e la successiva cabaletta richiedono. I colori e le sfumature, i pianissimi e i filati con cui la Dalla Benedetta arricchisce tutta la partitura, impreziosiscono il suo fraseggio già particolarmente espressivo, che si sfoga in un'interpretazione emozionante e quasi maniacale de “Il dolce suono”, dove alcuni passaggi, i fiati e certi legati contribuiscono ad ammorbidire la lunga aria. È chiaro che il repertorio serio donizettiano le è particolarmente congeniale e ci si aspetta pertanto di udirla presto in altri ruoli più drammatici del musicista bergamasco.

Aquiles Machado in Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti in scena al Teatro Verdi di Trieste - Stagione Lirica 2011La protagonista è affiancata da un bravissimo Aquiles Machado, che pur volgendosi ad un repertorio sempre più pieno – è doveroso citare il recente successo ne La forza del destino a Parma – sa ancora trasmettere la giusta eleganza del belcanto. Il suono è molto piacevole e sempre pulito, lo squillo è ben luminoso e le mezze voci sono raffinate. Il tenore venezuelano e la Dalla Benedetta, nel duetto di primo atto “Sulla tomba che rinserra” dipingono la pagina più bella della serata, forse anche quella meno avvelenata da regia e direzione. Volendo cercare il pelo nell'uovo la cavatina conclusiva “Tombe degli avi miei… Fra poco a me ricovero” non è allo stesso livello del resto dell'opera, mentre la scena che lega i due grandi concertati “Tremi! Ti confondi!... Hai tradito il cielo e amor!... Ti disperda” è di assoluto rilievo.

Silvia Della Benedetta e Giorgio Caoduro in Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti in scena al Teatro Verdi di Trieste - Stagione Lirica 2011Giorgio Caoduro è un Enrico severo, altero ed autorevole nell'interpretazione, brillante e squillante nella vocalità e dimostra di essere un belcantista di pregio. Gli acuti ben saldi e i lunghi fiati sono un valore aggiunto al canto del baritono triestino, che possiede una linea di canto ben omogenea e particolarmente musicale. Peccato per gli omissis.

Giovanni Furlanetto è lo specialista di sempre e piace nel ruolo di Raimondo – seppur tagliato – anche se non fa faville.

Gianluca Bocchino sa far sentire la sua voce nel cantabile di ArturoPer poco fra le tenebre”, mentre il Normanno di Francesco Piccoli è purtroppo sempre coperto dal fracasso orchestrale. Conclude il cast l'Alisa di Annika Kaschenz.

Chiaramente insufficienti sono le prove dell'Orchestra e del Coro del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste diretto da Alessandro Zuppardo, ma il dato non può essere oggettivo considerata la direzione grossolana di Kovatchev. Andrebbero chiaramente riascoltati.

Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti in scena al Teatro Verdi di Trieste - Stagione Lirica 2011
 
 
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