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» Recensione Concerto Lirico: Auguri in Note al Filarmonico di Verona

Francesca Saglimbeni, 31/12/2011

In breve:
Kos, Tola, Malavasi, Terranova, Camastra, le voci che hanno incantato al concerto di fine anno della Fondazione Arena


Hanno incantato ancor più delle luci di queste festività, le stelle della lirica che lo scorso 30 dicembre, al Teatro Filarmonico di Verona, hanno salutato in anteprima il nuovo anno con “Note d'Augurio”, il tradizionale spettacolo musicale che la Fondazione Arena - notoriamente impegnata, ogni estate, ad allestire la stagione lirica dell'Anfiteatro (convogliando spettatori da ogni parte del mondo)- ha voluto rinnovare per lo scambio di auguri con la cittadinanza, scaligera e non.

A far “scintille” sul palco, artisti già conosciuti e amati dal grande pubblico areniano, come i soprani Lana Kos (già Violetta ne La Traviata della scorsa estate) e Virginia Tola, e il mezzo soprano Anna Malavasi. È stata quest'ultima ad aprire ufficialmente la serata - dopo l'Ouverture de “I Vespri Siciliani” di Verdi eseguita dall'orchestra dell'Arena di Verona, sotto la direzione del maestro Gianluca Martinenghi - con la celebre aria della Carmen, «Habanera». Interpretazione che ha conquistato “all'unanimità”, grazie al timbro rotondo, il sapiente dosaggio dei volumi vocali e la perfetta dizione dell'artista mantovana.

A seguire, il soprano Tola, suggestiva interprete, con la sua forte presenza scenica, di tutto il melodramma contenuto nell'aria «Io sono l´umile ancella», dall'Adriana Lecouvreur di Cilea e il tenore Gianluca Terranova, in «La donna è mobile» e «Bella figlia dell'amore», da Rigoletto, eseguito in quartetto con Kos, Malavasi e il baritono Marco Camastra (nome ricorrente nel cartellone delle rassegne d'opera areniane).

L'Ouverture de “Il Pipistrello”, di Strauss, ha introdotto la seconda parte del concerto, che ha visto Malavasi e Kos duettare in «Barcarola», da I Racconti di Hoffman di Offenbach; il tenore Terranova, in un'emozionante «Che gelida manina» da La Bohème di Puccini, chiosata da un declamato “Vi piaccia dir” di raro lirismo, e subito seguita da «Mattinata» di Leoncavallo (una vera brezza di freschezza augurale l'incipit “L'aurora di bianco vestita…”); e, infine, ancora un intenso Verdi, con il “Brindisi” de La Traviata, brillantemente intonato dal Coro dell'Arena di Verona diretto dal maestro Armando Tasso, insieme alle cinque, acclamatissime voci protagoniste della serata.

 
 
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