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>> Aneddoti di tenori

Daniela Favi Borgognoni, 15/07/2008

In breve:
Crediamo di far cosa gradita parlando di questa casta prediletta ed osannata dai melomani che pare non volerci più riservare le soddisfazioni del secolo passato: i tenori!!!


Cari lettori,
stavolta vorremmo rivolgerci alla categoria “eletta” tra i cantanti lirici…:i Tenori.
Crediamo di far cosa gradita parlando di questa casta prediletta ed osannata dai melomani che pare non volerci più riservare le soddisfazioni del secolo passato.

Per questo motivo e, per rasserenare gli animi di tutti gli... aspiranti, vorremmo riportare alla memoria, grazie ad aneddoti elargiti alcuni anni or sono (erano in auge i concerti dei “Tre Tenori”), da uno dei massimi custodi dell'aneddotica riguardante la Lirica, Enrico Stinchelli, le vicissitudini di alcuni tra i più importanti Tenori dei secoli scorsi, pietre miliari della storia del Bel Canto.
Luciano PavarottiL'argomento tratta della longevità vocale dei nostri Eroi e delle cause del loro declino.

Jacopo Peri, ad esempio, (1561/1633) secondo un maggiordomo della Corte Medicea, pare che nel 1603 fosse già sulla strada della sordità.
E' noto che in quel periodo il tessuto orchestrale fosse abbastanza esiguo e che le voci non dovevano essere né potenti né vibranti anzi, si preferivano fisse ed incolori tanto da relegare il tenore a ruoli spesso grotteschi dato che al pubblico di quel tempo, quelle voci risultavano rozze.

Alfredo KrausAlla fine del ‘700 ed inizi '800, quando cominciarono a mettersi in luce i primi Tenori… divi, pare che Giacomo David (1750/1830) iniziasse la strada del declino già nel 1794; se poi volessimo considerare le carriere dei fuoriclasse dell'epoca Paolo Mandini, Bernardo Mengozzi (si ritirò a 37 anni), Giovanni David, Gaetano Crivelli (terminò la propria carriera tra i fischi del pubblico, cantando il ruolo del basso Assur in Semiramide di Rossini), Nicola Tacchinardi, dovremmo osservare che le loro voci cominciarono a dar segni di grave usura prima del cinquantesimo anno di età!!!

Le cronache dell'epoca, sottolineano anche “fallace intonazione”, “Incipiente stanchezza”, “scarsa omogeneità dei registri” nonché abuso del falsetto, le grida ed anche l'afonia!

Carlo BergonziChe dire poi dei grandi Andrea Nozzari che si ritirò a 50 anni, Domenico Donzelli che già a 35 anni presentava seri problemi negli acuti, Giovanni Battista Rubini che abbandonò le scene a 50 anni, Gilbert Duprez a 45 nonostante fosse in declino già a 37 anni, Napoleone Moriani afono a 45 anni, Matteo de' Candia a 43 anni cantava solo in falsetto (Boito definì la sua voce “ridevole cigolio”) e che dire di Julian Gayarre che a 39 anni “inanellava stecche” e di Francesco Tamagno, di cui abbiamo incisioni storiche che, a nemmeno 50 anni, accusava difetti di intonazione e qualità di emissione discutibile?

Dunque per Enrico Stinchelli,ӏ cambiato il gusto?
Risposta: ”No, è cambiato il metodo… in meglio” .

E noi che risposta potremmo dare analizzando le carriere dei nostri contemporanei?

 
 
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