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Kazushi Ono guida la Filarmonica Toscanini al Teatro Municipale di Piacenza

Redazione Liricamente, 23/01/2012

In breve:
Kazushi Ono, direttore giapponese tra i più stimati del momento, debutta domenica 15 gennaio alle ore 20.30 sul podio del Teatro Municipale di Piacenza alla guida della Filarmonica Toscanini nel concerto per l'anniversario della morte di Arturo Toscanini. In programma oltre a Mozart, con la Sinfonia 'di Parigi' presenta la Settima Sinfonia di Bruckner e la prima esecuzione italiana di Woven Dreams di Toshio Hosokawa.


Direttore giapponese tra i più stimati del momento, Kazushi Ono dirigerà domenica 15 gennaio alle ore 20.30 la Filarmonica Toscanini nel concerto in ricordo del 55esimo anniversario della morte di Arturo Toscanini. Nato a Tokyo nel 1960, allievo tra gli altri di Leonard Bernstein, Wolfgang Sawallish e Giuseppe Patané, vincitore nel 1987 della terza edizione del Concorso Internazionale di Direzione d'Orchestra "Arturo Toscanini", Ono dopo essere stato direttore principale dell'Orchestra Filarmonica di Tokyo, si è affermato in tutto il mondo tra i più promettenti direttori della sua generazione in un repertorio vasto che comprende la musica della seconda metà dell'Ottocento e tutto il Novecento, con un particolare interesse per i compositori contemporanei; dal 2002 al 2008 è stato direttore musicale del teatro La Monnaie di Bruxelles, e dal 2008 ricopre lo stesso incarico all'Opéra di Lione.

Un programma che comprende un brano del settecento, la Sinfonia n.31 K. 297 composta da Mozart, un brano sinfonico tra i più significativi dell'ottocento qual è la Settima Sinfonia di Bruckner e inoltre la prima italiana di Woven Dreams del compositore giapponese nato a Hiroshima, Toshio Hosokawa. Questo pezzo la cui prima assoluta è avvenuta al festival di Lucerna nell'agosto 2010, racchiude come elemento innovativo-sperimentale una sorta di 'ricostruzione' attraverso la musica dei suoni primordiali percepiti nel grembo materno. Un processo compositivo che si realizza attraverso il ricordo di un sogno da cui deriva l'allusione al titolo. Così ne parla il compositore stesso: "Volevo ricostruire il suono udito nel grembo materno mediante l'orchestra. Da questa singola nota (si bemolle) è nata una melodia semplice, che si gioca come un canone strumentale con più parti. Questa tecnica, chiamata Oibuki, è utilizzata nella musica di corte giapponese gagaku."

Il concerto prosegue con il brano di Mozart: Sinfonia K. 297 viene detta "Parigi" dalla città nella quale fu scritta e alla cui prassi musicale era legata. Abituato al ridotto organico strumentale della corte salisburghese e a uno stile segnato dall'esperienza di Haydn, Mozart si trovò a scrivere per un grande complesso orchestrale ma anche a cercare di 'colpire' il pubblico con particolari effetti eclatanti.
Ecco dunque che la Sinfonia K. 297 costituisce un unicum nel catalogo mozartiano, accogliendo al suo interno una varietà di effetti di cui Mozart saprà fare tesoro negli anni seguenti. L'Allegro assai si apre con il rituale "premier coup d'archet", con un potente effetto di unisono; tutto il primo movimento si svolge secondo una logica di grandi contrasti, con due temi di carattere opposto. Il tempo centrale, un Andantino di grande eleganza melodica, presenta una fluidità nel fraseggio che viene appena turbata da qualche screziatura espressiva. Caratterizzato da intrecci contrappuntistici e implicazioni drammatiche nello sviluppo che rappresentano il marchio inconfondibile dell'autore, il Finale è una sorta di moto perpetuo brillantissimo, aperto da quel brusco scarto dinamico (da piano a forte) che sollevò gli applausi del pubblico alla sua prima esecuzione.

La Settima in mi maggiore che verrà eseguita nella seconda parte, è la più nota ed eseguita tra le Sinfonie di Bruckner, ed è probabilmente il suo capolavoro in senso assoluto. Composta tra il 1881 e il 1883, in essa trovano espressione quanto mai compiuta le istanze che informano lo stile sinfonico di Bruckner: misticismo, sensualità, candore, dottrina, fede e inquietudine; il tutto come in un'estrema, maturata decantazione dell'esperienza romantica, assunta nello spirito dell'ascesi, in strutture compositive sospese nella tesa contemplazione di un'eterna armonia naturale.

Armoniosamente la Settima fonde in s&eaceute; i mondi più disparati: le soluzioni armoniche di Wagner alla "celestiale lunghezza" del sinfonismo di Schubert, la religiosità domestica di espressioni ingenue e popolari che sanno di parrocchia di campagna e per contro la grandeur sonora di maestose liturgie organistiche, dai semplici abbandoni lirici al possente anelito all'infinito. Suggestioni cucite insieme in un disegno formale proteso sull'abisso di una scrittura romantica tout-court.

Particolarmente conosciuto ` il secondo movimento Adagio, (utilizzato anche da Visconti nel film Senso) formato da due temi: uno intriso di commossa espressività, l'altro tenero e sereno. Oscillando tra questi due poli emotivi, il brano esplora le zone più riposte della meditazione, poi un lunghissimo e scandito crescendo, fino all'esplosione, al punto di rottura senza ritorno: una folgorazione che introduce l'epica luttuosa dell'omaggio funebre a Wagner. Infatti il 13 febbraio, 1883 quando già ha composto 180 battute di quest'Adagio, muore a Venezia l'amato Wagner. Colpito dalla perdita del Maestro, Bruckner decide di aggiungere altre 39 battute di Coda: una sorta di ode funebre per la morte del suo punto di riferimento, non soltanto musicale. Tale omaggio va rinvenuto nei timbri inconfondibili delle quattro tube che Bruckner prese dalle partiture dell'autore della Tetralogia. La Settima prosegue con lo Scherzo ricco di un'esuberante carica vitale per concludersi con un tempo Mosso ma non presto che richiamando il primo movimento, si svolge in un ininterrotto crescendo di tensioni, verso un'ultima, vigorosa affermazione di fede non soltanto religiosa, ma anche musicale.

 
 
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