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Maggio o non maggio? Questo è il problema!

Redazione Liricamente, 27/04/2013

In breve:
Il mese di maggio è vicino, ma il Maggio Musicale Fiorentino sembra temerne l'arrivo, o meglio, la fine di aprile.


Il mese di maggio è vicino, ma il Maggio Musicale Fiorentino sembra temerne l'arrivo, o meglio, la fine di aprile.

Le voci che vedevano il Maggio Musicale Fiorentino chiudere i battenti a fine aprile sono sospese, ma il pensiero rimane.
Il commissario Francesco Bianchi, entrato in carica il primo febbraio, a marzo ha spiegato che il bilancio consuntivo 2012 del Maggio Musicale fiorentino ha chiuso con una perdita di tre milioni e che il preventivo del 2013 chiuderà con una perdita superiore a 5,5 milioni. Il debito consolidato ammonta a 35 milioni mentre il valore di produzione dell'azienda del Maggio supera di poco i 30 milioni: "Un'azienda così in nessuna parte del mondo può reggere".
Oltre ai tagli, Bianchi ha anche chiesto un sostegno maggiore ai cittadini e ai privati.

Numerosi sono stati gli appelli e le dimostrazioni di solidarietà da parte di nomi illustri del panorama musicale e culturale mondiale, premendo sul dovere morale dello Stato affinchè si impegni a sostenere concretamente il Maggio Musicale Fiorentino.

Nell'Italia dei diritti senza doveri queste espressioni di solidarietà da una parte sono certamente encomiabili, ma lasciano un sapore amaro in bocca, perché è dal 1999 che il Maggio Musicale Fiorentino non ha un pareggio di bilancio (tutti lo sanno, ma nessuno lo dice), è dal 1999 che i dirigenti, le “stelle” della musica etc. si spartiscono cachet da record (tutti lo sanno, ma nessuno lo dice) e oggi, con un buco da 35 milioni di euro questi personaggi avvertono il dovere morale di sostenere la Fondazione.
Ma dov'era il loro “dovere morale” di denuncia dello sperpero di denaro pubblico quando accondiscendevano a compensi stellari?

Anche in questo caso tutti invocano il dovere dello Stato a tamponare il buco. Se da una parte è giusto che lo Stato investa sulla cultura, dall'altro non è assolutamente morale che favorisca gli sprechi e le gestioni scriteriate.

Il tempo delle parole è finito, ora contano i fatti: lo Stato non potrà evitare di compiere la sua parte di dovere, vista la situazione di crisi che imperversa, ma sarebbe auspicabile che chi ha approfittato in passato di certi "privilegi" moderi il suo operato e si impegni subito a cambiare il sistema. Sono da promuovere e lodare coloro che concretamente danno un sostegno economico, attraverso donazioni, rinunciano a cachet eccessivi o diritti discutibili e garantiscono una maggiore produttività.

Stare ad aspettare “il miracolo” non serve, bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare senza ma e senza se, con la piena convinzione che il futuro di Firenze e dell'Italia non esiste senza il Maggio Musicale Fiorentino, ma il Maggio Musicale Fiorentino e tutte le fondazioni liriche italiane hanno il dovere di produrre “cultura sostenibile” per assicurare un futuro anche alla cultura, all'arte e agli artisti del domani!

 
 
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