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Le cause dell'alterazione della voce cantata (disodia) sono di varia natura. 
Di esse l'alterazione tecnica costituisce la parte non maggiormente rilevante. 
Nella mia esperienza professionale, solo il 35-40% è di origine disfunzionale 
(tecnica surmenage, malmenage) mentre il 60% circa è di origine organica, cioè 
da malattie a carattere generale con espressione secondaria laringea, 
oppure periferica secondaria e con ripercussione laringea (es. broncopatia
→ riduzione fiato
→ ipertono laringeo 
compensatorio → 
patologia cordale).
Questo è il nodo essenziale, infatti, ignorando questi rapporti fra malattie 
organiche e sofferenze laringee secondarie, mentre la lesione perdura o si 
ripete poiché non viene effettuata una terapia causale, il cantante si 
inserisce in un percorso complesso e ansioso. 
Cerca nuovi modi di 
vocalizzare (e ciò aggrava il disturbo), frequenta maestri differenti nella 
speranza di soluzioni straordinarie (e ciò aumenta la confusione tecnica), si 
sovraccarica di sostanze di ogni tipo a scopo terapeutico, talora persino 
accettando interventi chirurgici (in realtà superflui), senza una reale 
soluzione, laddove, la conoscenza degli effetti a distanza di una malattia 
presente o supposta (da ricercare), potrebbe far recuperare il problema con 
l'applicazione della terapia realmente causale.
Queste note vogliono fare chiarezza e offrire elementi di attenzione sulla 
questione.
Questi sono i rapporti:
Agenti esterni come microbi e virus (
Haemofilus influentiae, Klebsiella 
pneumonie etc.) producono infiammazioni delle 
Alte Vie Respiratorie (VAS), che 
diventano ricorrenti se associate ad alterazioni delle difese generali o locali.
Il più frequente punto di prima reazione è il retronaso da cui, discendendo, 
possono esserne interessati i seni paranasali, naso e faringe sino al 
coinvolgimento della stesa laringe.
Si stabilisce un'alterazione dell'equilibrio funzionale fra cavità di risonanza 
e laringe, compensato più o meno efficacemente secondo l'abilità tecnica del 
cantante, e ciò spesso permette di far fronte al fatto acuto; tuttavia vi 
corrisponde sempre un dispendio energetico maggiore con affaticabilità.
Nel perdurare e nel ripetersi delle infiammazioni delle VAS, si sviluppa uno 
scompenso secondario con disodia finale.
Il rischio di queste infiammazioni croniche è l'abitudine ad esse del cantante 
per la scarsa sintomatologia, l'assenza o l'alternanza di moderate disodie, il 
rischio è frequente.
Opportuni esami possono evidenziare l'infezione.
Nell'esperienza personale, il solo tampone faringeo si è evidenziato positivo 
con una frequenza del 40% (su un campione di nº 300) soggetti di cui molti anche 
asintomatici per faringite.
Negli ultimi anni stiamo assistendo allo sviluppo di virus influenzali, a 
carattere sempre più pandemico, ad aggressività sempre maggiore verso le vie 
respiratorie inferiori (trachea, bronchi) che lasciano a lungo ipersensibilità 
tracheali con tossi secche, insistenti, pericolose per la lesione, da contatto 
violento, sulle corde vocali.
Evolvono verso forme sub-croniche sottovalutate, con possibile apertura alla 
sensibilità allergica.
Zona di transizione è la trachea, di cui l'ogiva superiore è costituita dalla 
faccia inferiore delle corde vocali. Per questa ragione l'infiammazione 
tracheale è, fra le forme infiammatorie, una malattia altamente a rischio per la 
voce cantata, infatti l'attività vocale, nel corso di questa infiammazione, 
favorisce con particolare frequenza l'insorgenza di edemi sottocordali, dovuti 
alla particolare lassità del connettivo mucoso di questo settore, che più di 
ogni altro punto subisce la pressione sottoglottica. Essi sono di non facile 
diagnosi e di difficile recupero.
Si manifestano con disfonie apparentemente capricciose ma ripetute, cui non 
sempre corrisponde una obiettività laringea di facile lettura e quindi di 
terapia adeguata. Se si protraggono nel tempo possono evolvere in lesioni 
organiche passibili di intervento chirurgico o portare il cantante, in 
incertezza di prestazione, sino a sindromi ansiose.
Quadri in analogia, si possono verificare per irritazioni protratte da agenti 
esterni di natura fisico-chimica, quali alterazioni significative di 
temperatura, umidità, pulviscolo aereo dei microclimi (domicilio, albergo, aereo 
etc.), oppure per abitudini voluttuarie quali alcool e fumo.
Le più frequenti malattie organiche che si possono riscontrare nei cantanti 
sono: diatesi iperergica respiratoria, malattie del tratto gastroenterico, 
malattie endocrine, malattie dismetaboliche, sindrome ansiosa, malattie 
iatrogene, disassetto posturale. La descrizione delle singole malattie è 
riscontrabile in ogni trattato di clinica medica al quale eventualmente si 
rimanda, in questa sede sono riferiti gli aspetti più caratterizzanti la 
correlazione malattia-vocalità.
Malattie Organiche:
 Diatesi iperergica respiratoria
 
 M. del tratto gastro-enterico
 
 Disendocrinia
 
 Dismetabolismo
 
 Sindrome ansiosa
 
 M. Iatrogena
 
 Disassettamento posturale
Diatesi iperergica respiratoria
Attualmente l'aspetto morboso di maggior frequenza è costituito dalla 
sindrome iperergica respiratoria.
Gli organi bersaglio interessati sono l'apparato respiratorio e di risonanza che 
costituiscono appunto elementi basilari della fonazione. Sia che si manifesti 
una allergia comunemente intesa (ai pollini, alle polveri etc.) sia che si 
manifesti una iperattività aspecifica (solitamente alle varianti 
microclimatiche),
 le manifestazioni possono coinvolgere i turbinati sviluppando 
ipertrofie mucose stenosanti oppure l'albero respiratorio con costrizione del 
lume bronchiolare ed ipersecrezione catarrale.
Nel primo caso diminuisce la tensione del palato molle (con possibile effetto rinolalico), si riduce lo spazio rinofaringeo e si attutiscono le sensazioni 
propriocettive relative al così detto “giro del suono” sostituite da una 
percezione di impedenza che in arco riflesso eccita l'ipertono laringeo («il 
cantante spinge»). Si ha insomma un effetto retroattivo delle strutture alterate 
che stimolano le tensioni muscolari pneumo – fonatorie.
Nel secondo caso diminuisce il flusso espiratorio come quantità e durata; ne 
consegue, in arco riflesso, un ipertono laringeo con gli effetti precedentemente 
trattati.
Considerando il notevole aumento nell'ultimo decennio della concentrazione 
pollinosica (è decuplicato) contemporaneo all'aumento degli inquinanti chimici 
urbani e domiciliari, considerando che il polmone è il filtro estremo, di enorme 
estensione (pari circa ad un campo da tennis), considerando che in un giorno 
vengono filtrati dal polmone circa 10-12 mila l. di aria, considerando infine 
l'esposizione a luoghi inquinati, inevitabile per un cantante (polveri di 
teatri, camerini, effetti scenici, abiti di scena, alberghi, aerei, etc.); 
considerando ancora i tempi di esposizione di un cantante, che nell'arco di 
breve tempo deve raggiungere località a fioriture pollinosiche subentranti o a 
cambi stagionali innaturali, è evidente che il suo rischio di patologia è più 
che raddoppiato rispetto ad un individuo generico.
Una statistica eseguita qualche anno fa, su di un campione di 1.100 cantanti, 
confrontato con un uguale campione, la frequenza delle sindromi allergiche ed 
iperergiche era pari al 34,1% rispetto all'11% del campione. Fra i cantanti 
l'incidenza di alterazioni organiche laringee era del 90% (forme iperergiche 
26,9%; allergiche 7,2%).
Prodotti dalla dott.ssa Maria Elena Berioli, leggi anche i dossier:
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